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Comunismo, Leu contro Sassoli sulla risoluzione dell’Europarlamento

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Liberi e Uguali ha aperto una discussione riguardo alla risoluzione dell'Europarlamento sulla memoria del comunismo.

Liberi e Uguali ha aperto una discussione con David Sassoli, il presidente del Parlamento europeo. La risoluzione sulla memoria europea che ha condannato il comunismo come sistema politico “totalitario” non è andata a genio Francesco Laforgia e Luca Pastorino, senatore e deputato appartenenti al gruppo parlamentare di Pietro Grasso.

La denuncia di Leu

Comunismo e nazismo sono stati posti sullo stesso piano, una falsificazione ignobile come è ignobile che a votarla siano stati tanti sedicenti democratici nostrani”: questa è stata la denuncia di Francesco Laforgia e Luca Pastorino, senatore e deputato di Liberi e Uguali. “In un momento storico in cui avanzano gli estremismi di destra bisognerebbe porre maggiore attenzione alle verità storiche, queste distorsioni sono una pericolosa rilettura che finiscono per sdoganare ideologie neo-fasciste”: così i due esponenti hanno polemizzato contro la risoluzione del Parlamento europeo che ha condannato il comunismo come sistema politico “totalitario” .

Le parole di Sassoli

Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, parlando a Bari, ha risposto alla denuncia di liberi e Uguali; “Noi non vogliamo che tornino Paesi in cui le libertà fondamentali siano compromesse, ricordiamoci che quarant’anni fa, a Praga, che è casa nostra, arrivavamo i carri armati. Ci sono stati nella storia del Novecento dei fenomeni che non hanno consentito a tante persone di godere delle libertà. Nei Paesi europei, in particolare. Ecco il riferimento a quella risoluzione”. La risoluzione ha ricevuto l’approvazione al Parlamento europeo giovedì 19 settembre con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti. Ha avuto il sì di Lega, Forza Italia, Fratelli d’italia e Partito Democratico. Il documento considera il patto Molotov-Ribbentrop l’espressione di un progetto egemonico sull’Europa da parte della Germania Nazista e dell’Unione Sovietica.

La replica di Pisapia

La reazione dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia alle polemiche innescate dalla notizia è arrivata via Facebook: “Il dito e la luna: così si potrebbero definire le polemiche di questi ultimi giorni rispetto al voto degli deputati S&D (compreso il mio) alla risoluzione intitolata “Importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”.
In quel documento vi sono frasi sbagliate e altre poco chiare? Si certo, ma nella risoluzione sull’importanza della memoria in Europa si parla di nazismo e regime totalitario comunista, cioè stalinismo. Da parte mia e degli altri deputati del gruppo il voto è stato dettato da verità storiche inconfutabili tra cui questa: “chiede l’affermazione di una cultura della memoria condivisa, che respinga i crimini dei regimi fascisti e stalinisti e di altri regimi totalitari e autoritari del passato come modalità per promuovere la resilienza alle moderne minacce alla democrazia, in particolare tra le generazioni più giovani”.
Qualcuno realmente si può opporre, in coscienza, a questa richiesta? E’ francamente ovvio e inutile ricordare che la tradizione comunista in Italia, Francia e Spagna (solo per citare alcuni esempi) non ha nulla a che vedere con la dittatura stalinista. In Italia il Partito Comunista (con le altre forze del Comitato di Liberazione Nazionale) ha liberato il Paese dall’oppressione nazifascista.
E’ quindi sbagliata l’equiparazione tra comunismo e nazismo, ma la finalità della risoluzione era ben diversa.
Come ho sopra scritto alcune frasi erano sbagliate e non condivisibili, ma immagino le polemiche che sarebbero potute sorgere se si fosse votato contro una risoluzione che prevede l’istituzione di una giornata per ricordare le vittime del nazismo e dei regimi totalitari. Pensare, a 30 anni dalla Caduta del Muro di Berlino e a 80 anni dall’inizio del Secondo Conflitto Mondiale, di dire no all’istituzione di una giornata della memoria delle vittime dei regimi totalitari mi pare a dir poco emblematico del tempo che stiamo vivendo. Un tempo che richiederebbe forza e coraggio nell’affrontare le grandi sfide che ci attendono per il futuro del nostro Continente (ambiente, diseguaglianze sociali, etc) e che invece fanno perdere a molti di vista gli obiettivi di fondo.
Chiarito che non rinnego la mia storia personale, ciò in cui ho creduto e ciò per cui ho agito, andiamo oltre.
Le battaglie da combattere e che ci attendono sono altre”.