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Il tribunale dei ministri scagiona Salvini: "Ong sbarchino nel loro Paese"

matteo salvini indagato

La sentenza del tribunale dei ministri di Roma scagiona Matteo Salvini dalle accuse sullo sbarco negato della Alan Kurdi della Ong Sea Eye.

Il tribunale dei ministri di Roma scagiona Matteo Salvini, sentenziando che “lo Stato di primo contatto non può che identificarsi in quello della nave che ha provveduto al salvataggio” dei migranti, comprese le imbarcazioni delle Ong. Così i giudici si sono espressi a proposito dei reati di omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio di cui sono accusati l’ex vicepremier e il capo di gabinetto Matteo Piantedosi.

Ong, il tribunale del ministri scagiona Salvini

La sentenza è stata emessa dai giudici Maurizio Silvestri, Marcella Trovato e Chiara Gallo. L’accusa fa riferimento a fatti risalenti allo scorso aprile, quando Matteo Salvini, allora numero uno del Viminale, ha negato lo sbarco ai migranti soccorsi dalla Alan Kurdi. La giustificazione, ha dichiarato il tribunale dei ministri, risiede nel fatto che le navi delle Ong devono sbarcare nel Paese di cui battono bandiera: la Germania nel caso della Alan Kurdi. “L’assenza di norme di portata precettiva chiara applicabili alla vicenda non consente di individuare, con riferimento all’ipotizzato, indebito rifiuto di indicazione del Pos [Place of Safety, ndr], precisi obblighi di legge violati dagli indagati e, di conseguenza, di ricondurre i loro comportamenti a fattispecie di rilevanza penale”, spiegano i giudici.

Nel caso in cui le coste del suddetto Paese non sono accessibili perché troppo lontane (come nel caso della Germania, il cui unico sbocco sul mare si trova a nord) “la normativa non offre soluzioni precettive idonee ai fini di un intervento efficace volto alla tutela della sicurezza dei migranti in pericolo”, spiega il tribunale.

Finalmente un po’ di buonsenso“, ha commentato – tramite i propri canali social – il leader della Lega.