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Mes e immigrazione aprono la crisi di governo? Salvini "Niente patto, solo elezioni"

salvini conte mes

Salvini "C'è un atto parlamentare all'indirizzo del governo, forse il Presidente del Consiglio ha agito non per motivi d'interesse nazionale".

Salvini a Bruxelles per dire no al Mes, per dire no all’immigrazione di massa e per sostenere il made in Italy. “La nostra posizione è uguale a quella dei 5 Stelle, Conte avrebbe voluto firmare senza interrogare il Parlamento“. Ciò che è sfuggito a molti è che il disegno del Mes fu chiuso dall’eurogruppo di giugno 2019, quando al governo c’era lo schieramento gialloverde, e dapprima discusso nel novembre dello stesso anno insieme al circolo mediatico del Parlamento Europeo. Suona dunque strano che l’ex ministro dell’interno fosse all’oscuro dei precetti del Mes seppur la stessa normativa fosse stata redatta con molti tecnicismi.

Salvini sul Mes

“Abbiamo diramato un atto parlamentare all’indirizzo del governo per non prendere impegno sul fondo salva stati, forse il Presidente del Consiglio ha agito magari non per motivi di interesse nazionale” ha riferito il senatore Salvini, che sull’emendabilità del provvedimento ha risposto “Conte ha rassicurato che si può ancora intervenire e smentisce quindi il ministro Patuanelli, speriamo di procedere con la nostra posizione tra l’altro condivisa dai grillini e da alcuni esponenti dei dem”.

Mes, inutile per la Lega

L’onorevole Zanni ha così precisato la ragione tecnica per cui il pacchetto del meccanismo europeo di stabilità sarebbe dannoso per il nostro paese “Per noi il Mes è uno strumento inutile e dannoso per i paesi, dovrebbe garantire stabilità finanziaria e la tutela e la protezione dei depositi e la crisi. La Bce ha gli strumenti per farlo, noi vogliamo utilizzare strumenti semplici con potenza di fuoco necessaria e sicuramente più a norma. Il Mes non coprirà le spalle a una eventuale crisi finanziaria“.

Mes e crisi di governo

Alla domanda dei cronisti riguardo la riapertura di una nuova crisi di governo e alla conseguente sliding doors verso la formazione di un nuovo esecutivo, la posizione leghista è ben salda “Dopo questo governo noi vediamo solo le elezioni, non vediamo un governo tris pensato a tavolino, la parabola Conte è rimasta inascoltata, erano oltre 60 gli assenti tra la maggioranza mentre discuteva del Mes”.

Turchia, immigrazione, varie ed eventuali

Sul fronte migranti la posizione della Lega è nota e i timori paventati nella pressroom del Parlamento Europeo spingono al coinvolgimento di tutti i membri al fine di arginare qualsiasi possibilità di immigrazione. Sulla Turchia il leader del Carroccio ha commentato “Non possiamo vivere sotto ricatto di un paese che non garantisce i diritti civili e sociali, è un regime, non ha senso spendere miliardi di euro per sostenere la Turchia”.

Da queste dichiarazioni si ignora dunque l’eventualità dell’apertura di un nuovo corridoio umanitario lungo la rotta balcanica, ricordiamo, tenuto a freno dal governo di Erdogan che sotto il finanziamento dell’Unione Europea si era adoperato per serrare l’entrata dei migranti irregolari lungo i balcani. Ovviamente non si privilegia (non si prende neanche in considerazione) una risoluzione pacifica.