> > Coronavirus, Lannutti: “Merkel? Basta subire i nipotini di Hitler”

Coronavirus, Lannutti: “Merkel? Basta subire i nipotini di Hitler”

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Lannutti e la frase sulla Merkel nipotina di Hitler, parole criticate da tutte le forze politiche che ora chiedono le dimissioni.

“L’offerta della Merkel, Sant’Angela patrona d’Europa? Su la testa: abbiamo subito fin troppo i diktat dai nipotini di Hitler e degli Stati canaglia suoi complici!”. Non lascia molto spazio alle interpretazioni quanto scritto su Facebook dal parlamentare del M5s, Elio Lannutti, che sarebbe dunque molto contrario al modo con cui la Germania starebbe affrontando il dibattito europeo sugli aiuti economici agli stati maggiormente colpiti dal coronavirus. Le parole di Lannutti hanno provocato le critiche di tutte le froze politiche del Parlamento e spinto il Movimento 5 Stelle a prenderne le distanze in una nota ufficiale in cui si legge: “Il M5s prende nettamente le distanze dalle affermazioni offensive del senatore Lannutti. La Germania è e resta un Paese amico che con noi fa parte della grande famiglia europea. Eventuali divergenze o punti di vista diversi sono normali, nell’ambito della democratica dialettica politica europea, e non giustificano in alcun modo parole di una tale gravità”. Forse resosi conto della figuraccia, Lannutti ha poi modificato il proprio post sostituendo “i nipotini di Hitler” con “la Germania”, ma a nulla è servito.

Lannutti paragona la Merkel ad Hitler

Per Lannutti c’è tra l’altro l’aggravante della recidiva visto che solo un anno fa era stato indagato per diffamazione in seguito ad un tweet antisemita. In quel caso aveva pubblicato in rete il falso dei Protocolli dei Savi di Sion, attribuendo agli ebrei un complotto per sottomere il mondo con la massoneria.

Erano state chieste da più parti le dimissioni di Lannutti, mai però arrivate. Non sarebbe ben voluto neanche dal suo Movimento visto che a dicembre aveva cercato di farsi eleggere come presidente della commissione d’inchiesta sulle banche, ma gli era stata preferita Carla Ruocco.