> > Coronavirus, Majorino: "La situazione in Lombardia è ancora preoccupante"

Coronavirus, Majorino: "La situazione in Lombardia è ancora preoccupante"

Intervista a Pierfrancesco Majorino sul coronavirus

È possibile un commissariamento in Lombardia? Quali sono gli errori dell'Italia nella gestione del coronavirus? L'intervista di Notizie.it a Majorino.

Pierfrancesco Majorino racconta in un’intervista alla redazione di Notizie.it il lavoro fatto ad oggi in Italia e in Lombardia per gestire l’emergenza coronavirus, di un eventuale commissariamento della sanità in Lombardia, dei rapporti con l’Europa e dell’Italia post-Covid-19. L’intervista all’europarlamentare di Fabrizio Capecelatro.

Intervista a Majorino: la situazione coronavirus in Lombardia

Sui dati nazionali comunicati dalla Protezione Civile, Pierfrancesco Majorino è cauto: la curva è sicuramente in discesa, e questo è un buon segno, ma ancora non si può dire di essere fuori dall’emergenza sanitaria. L’europarlamentare, poi, si concentra sui dati della Regione Lombardia, dove i casi continuando ad aumentare. “Non possiamo dirci fuori dall’emergenza, e la situazione in Lombardia è ancora più preoccupante. Sfido chiunque a commentare positivamente il contesto in cui ci troviamo”, dice Majorino. E continua: “I casi sono in aumento, ma il punto non è più quanti, ma chi sono i positivi“. Solo in questo modo, infatti, è possibile agire per limitare il contagio e operare operazioni mirate per chi è più a rischio.

Pierfrancesco Majorino è stato anche per molti anni consigliere comunale a Milano, per questo le sue riflessioni si concentrano soprattutto sulla Lombardia, dove, ammette anche lui, alcune cose sono andate peggio che altrove. “Il contesto generale è di difficoltà. Tutta Italia si è trovata di fronte a una situazione d’emergenza mai vista. Il problema è che la Regione Lombardia ha sbagliato una scommessa di fondo in queste settimane e in questi anni, e cioè ha pensato che fosse sufficiente una rete straordinaria di ospedali, orgoglio della sanità lombarda. Ma il coronavirus non si sconfigge solo con gli ospedali. C’è un fallimento della medicina territoriale, come ha detto il professor Galli, che è stata totalmente tralasciata. Non c’è un programma di assistenza domiciliare vero, non c’è un’azione forte sulle case di riposo, non c’è stato sostegno ai medici di base. E quindi si è pensato fosse sufficiente l’intervento ospedaliero. Purtroppo questo si è rivelato un drammatico errore”.

Commissariamento della Regione Lombardia

Un altro errore che si è commesso in Lombardia è stato quello di non capire fin da subito la gravità della situazione e di sottovalutarla. Tutti hanno continuato a sostenere che la situazione fosse sotto controllo, anche di fronte a dati che dimostravano il contrario, come i decessi all’interno delle case di riposo. “La Regione è andata in tilt nella gestione dell’emergenza”, da qui la proposta del commissariamento in campo sanitario della Regione Lombardia, e cioè di mettere un medico lombardo e/o un’equipe medica lombarda a sostegno di un’azione di recupero di quella che è un “contesto sfuggito di mano”. “Il commissariamento durerebbe qualche mese, fino al termine dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus — ha specificato Majorino durante l’intervista. — L’emergenza sanitaria termina quando i risultati della ricerca ci porteranno un vaccino. Fino ad allora dovremmo convivere con il coronavirus, i contagi e i suoi rischi”.

Aperture il 4 maggio

Senza un piano funzionale e efficace di assistenza domiciliare, tamponi e test sierologici, le riaperture a partire dal 4 maggio potrebbero avere conseguenze negative e rischiano di far peggiorare la situazione. Il desiderio di riaperture è generalizzato e comprensibile, dice Majorino, ma le riaperture devono comunque essere graduali e progressive, “bisogna affidarsi ai medici e agli scienziati per non ricadere nella spirale terrificante in cui eravamo prima”.

“Sarà una situazione complicata quella dopo il 4 maggio, perché non saremo tranquilli sul piano della salute, soprattutto perché l’apertura porterà a aumentare l’ansia del contagio. Molte persone si scopriranno più povere. Ci sarà bisogno di risposte e unità delle istituzioni, che non si girino di fronte ai bisogni dei cittadini”, continua Majorino.

Rapporti tra regioni e con L’Europa

Durante l’intervista Majorino commenta anche gli scontri avvenuti tra le Regioni e quelli tra l’Italia e l’Europa. In questo clima di emergenza sono emersi molti contrasti tra i governatori regionali, ma “i contrasti non servono a nulla, sono solo dannosi. Bisogna lavorare con un altro spirito. Questo spirito presuppone informazione, trasparenza ed efficacia degli interventi. Ci vuole più collaborazione. L’autonomia regionale non funziona per gestire il sistema sanitario. Il problema va affrontato con gradualità nei prossimi mesi”, continua Majorino. Secondo l’eurodeputato il sistema sanitario su base regionale funziona, ma ci sono situazioni che ncessitano di maggiore cooperazione. “Il sistema sanitario regionale nasce per risolvere alcune situazioni specifiche. Ci sono situazioni che richiedono maggiore cooperazione, che è mancata anche nelle prime settimane anche in Europa, quando ogni Stato andava per conto proprio”.

Sulla questione dei rapporti tra l’Italia e l’Europa, Majorino crede che “il governo abbia fatto bene a insistere con determinazione e intransigenza. Sta ottenendo risultati impensabili fino a qualche settimana fa. Il Parlamento europeo ha fatto la sua parte, ma finché non arrivano condizioni efficaci e favorevoli per tutti bisogna continuare a lottare”.

Tra gli stati europei si stanno verificando molte polemiche, ma secondo Majorino non metteranno in discussione la stabilità dell’Unione Europea. Quello che è grave, invece, è che le polemiche nascono in seno al Governo stesso, con i parlamentari e i cittadini che muovono critiche infondate. “Gli italiani che attaccano il Governo italiano lo indeboliscono, soprattutto in sede di trattazione europea, dove è importante far vedere che si portano avanti istanza condivise da tutti i cittadini. Si dà un colpo alla credibilità italiana, non solo al premier Conte in questo modo”, sostiene Majorino.

Le manovre per far ripartire l’Italia

Secondo Majorino l’Italia dovrà affrontare tre grandi temi per la ripresa dopo l’emergenza coronavirus: il primo tema è l’emergenza sanitaria (finché non si esce dall’emergenza non si può pensare alla ripresa); il secondo tema è la necessità di sostegno alle imprese, attraverso l’erogazione di liquidità; il terzo tema è il sostegno al lavoro e alle famiglie maggiormente in difficoltà sul piano economico.

“Da una parte ci vuole l’azione per lo sviluppo, e quindi far ripartire questo paese — spiega Majorino. — Dall’altra è necessario sapere che molti il lavoro non ce l’hanno, e quindi a queste persone non si può semplicemente dire di tornare al lavoro. Molti non hanno soldi in tasca e non sanno come pagare la spesa, le bollette o l’affitto. È giusto che lo Stato intervenga, come ha già fatto, ma non basta”. Continua esprimendo il suo favore per il cosiddetto reddito d’emergenza, per aiutare a rialzarsi tutte le persone che hanno bisogno, senza però i vincoli che possono avere, per esempio, il reddito di cittadinanza o altre forme di sussidio.

Cosa succederà dopo?

L’augurio di Majorino per i possibili scenari politici in Italia dopo il coronavirus è il Governo vada avanti per questa strada, perché può dare strumenti utili per la ripartenza del paese. Il premier Conte gode di ottimo consenso al momento tra i cittadini. “È utile che il governo dialoghi con il massimo dei soggetti possibili, anche all’opposizione”, specifica dopo.

Sulla situazione socio-culturale, invece, Majorino sostiene che “durante la pandemia stia affiorando un’ulteriore divaricazione, che c’era già prima e che dopo sarà ancora più accentuata”. Ci sono diverse posizioni in campo, di apertura e di chiusura, di accoglienza e di discriminazione. ma “abbiamo visto i danni che fa la chiusura. Sul piano culturale e sociale ci sarà un conflitto, non solo in Italia ma anche in Europa, tra queste due parti”.

“Mi auguro di essere forte e unito per ricostruire. E mi auguro che non si faccia il grande errore di illudersi sul fatto che basterà riaprire qualche attività per uscire dall’emergenza. Bisogna essere resistenti e speranzosi, e più riconoscenti verso quello straordinario mondo fatto di medici e infermieri, che in queste settimane abbiamo celebrato, ma che non dobbiamo dimenticarci a emergenza finita”, conclude Majorino.