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Dpcm ottobre: le nuove regole per positivi, isolamento, sport e scuole

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Un solo tampone negativo per dichiararsi guariti, chiusure anticipate dei locali, incentivi allo smart working: le nuove regole del dpcm di ottobre.

Nell’attesa che il governo illustri il dpcm in vigore dal 15 ottobre, dalla riunione con il Comitato tecnico-scientifico sono trapelate quelle che potrebbero essere le nuove regole per limitare la diffusione del coronavirus.

Dpcm: nuove regole

Il primo cambiamento riguarderà i casi positivi. Mentre per dirsi guariti fino ad ora era necessario avere due tamponi consecutivi con esito negativo, con il nuovo provvedimento ne basterà uno. Inoltre si è stabilito che in caso di positività asintomatica la quarantena duri dieci giorni dopo i quali, se il tampone risulta negativo, si potrà tornare alla vita normale. Se si hanno sintomi la quarantena durerà invece dieci giorni e, se scomparsi negli ultimi tre giorni, basterà un tampone molecolare negativo per uscire. Qualora invece un individuo asintomatico continuasse a risultare positivo, dopo 21 giorni potrà comunque recarsi fuori casa. Gli scienziati sono infatti concordi nel ritenere che in questo caso non si è più contagiosi.

La nuova disposizione modifica anche i tempi che i contatti degli infetti devono rimanere in isolamento riducendolo da quattordici a dieci giorni a patto che si sottopongano al tampone molecolare e, nel caso dei contatti stretti, il test rapido. L’idea è anche quella di estendere la possibilità di testare i soggetti anche ai medici di base e ai pediatri.

Per quanto riguarda la riduzione di assembramenti, il ministro Speranza ha proposto il divieto di feste private. Bar e ristoranti potrebbero poi dover chiudere entro le 24 e gli esperti hanno suggerito di vietare la sosta fuori da essi. Il decreto dovrebbe poi prevedere il divieto di vendere alcolici da asporto dopo le 22.

Anche lo sport subirà dei cambiamenti. Non si potranno più praticare gli sport di contatto e dunque calcetto, basket, ma anche tutte le attività amatoriali svolte dai ragazzi. Al momento la misura non riguarderà il livello professionistico. Il governo potrebbe infine chiedere alle aziende di aumentare al 70% la percentuale di lavoratori in smart working rispetto a quella attuale (50%) per limitare i contatti tra le persone negli uffici.