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Lockdown a Natale, Sileri rassicura: "A oggi è prematuro ipotizzarlo"

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Il viceministro della Salute Sileri ha escluso la possibilità di attuare un nuovo lockdown a Natale: l'emergenza sarebbe attualmente sotto controllo.

Secondo Pierpaolo Sileri un nuovo lockdown entro Natale sarebbe al momento un’eventualità da escludere e il recente incremento dei contagi da coronavirus non desterebbe per ora particolari preoccupazioni. In un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, il viceministro alla Salute ha tuttavia precisato come in caso di necessità potranno essere attuate delle chiusure circoscritte ai singoli territori, al fine di evitare un sovraccarico delle strutture sanitarie presenti.

Lockdown a Natale, parla Sileri

Stando alle parole del viceministro un nuovo lockdown sarebbe dunque improbabile con l’attuale andamento della pandemia, diverso rispetto al picco avuto tra marzo e aprile: “Con questi numeri, oggi, è prematuro ipotizzarlo. Il primo dato che ogni giorno vado a controllare è quello dei pazienti in terapia intensiva e 539, censiti a ieri, è una cifra sotto controllo.

Sileri rigetta inoltre i timori espressi dal virologo Andrea Crisanti in merito al rischio di dover tornare a una chiusura generalizzata: “La sua era un’ipotesi avanzata di fronte alla salita dei contagi, una salita incontrollata. Oggi non è così. I positivi continueranno a salire, questo è indubbio, ma sarà la gradualità o meno di questa ascesa a motivare gli interventi.

Chiusure regionali mirate

Oggi mi sembra più probabile dare continuità a lockdown circoscritti, per aree. A Latina i positivi accertati sono saliti da una settimana all’altra del 155 per cento, e quindi si sono fatte restrizioni forti”, afferma Sileri, che continua a sostenere la possibilità di agire tramite piccoli lockdown mirati laddove il sistema sanitario viene messo sotto pressione dall’aumento dei contagi: “Se in una regione il numero dei positivi mette in crisi Pronti soccorso e Rianimazioni, allora bisogna limitare la circolazione delle persone in quel territorio per alleggerire il sistema”.

Il viceministro ha poi nuovamente espresso tranquillità sull’andamento dei contagi, precisando come il dato di cui bisogna tenere conto sia quello sui tamponi effettuati: “I numeri di ieri sono frutto di un numero di tamponi che al 21 marzo, quando si registrò il primo picco da 6.500 contagi, era pari a un quinto. Più tamponi fai, più positivi rilevi, questo è un dato che hanno compreso tutti”.