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Informativa di Speranza alla Camera: "Salute è diritto dell'individuo"

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Il ministro della Salute Roberto Speranza sta tenendo alla Camera l'informativa sulle misure che verranno adottate nel prossimo Dpcm di dicembre.

Il Ministro della Salute Roberto Speranza sta tenendo un’informativa alla Camera per illustrare i contenuti del prossimo dpcm in vigore dal 4 dicembre 2020. Nel suo intervento a Montecitorio, iniziato poco dopo le ore 16, il ministro ha voluto innanzitutto ribadire come le misure restrittive disposte dal suo dicastero siano: “Ispirate al principio di precauzione e alla nostra ferma volontà di tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività come indica la nostra Costituzione”.

Informativa di Speranza alla Camera

Nell’aprire la sua informativa, il ministro Speranza ha spiegato come quelle adottate dal governo siano state: “Scelte che hanno aiutato le regioni prima a far rallentare l’espansione del contagio, e poi a ridurre anche in valore assoluto il numero quotidiano dei nuovi casi. […] Ogni ordinanza restrittiva comporta sacrifici di cui siamo ben consapevoli, ma senza queste scelte sarebbe impossibile mettere la curva sotto controllo”.

Dopo aver sottolineato quelli che a suo dire sono stati meriti del governo nell’arginare la pandemia e nell’indicare una guida per tutti i paesi europei nella gestione dell’emergenza, Speranza ha lanciato un monito a non abbassare la guarda con l’allentamento delle restrizioni: “Attenzione a non scambiare un primo raggio di sole con uno scampato pericolo. Se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l’angolo”.

Il piano vaccini

Dopo aver richiamato i cittadini italiani alla serietà per il periodo delle festività natalizie, il ministro ha illustrato il piano vaccini che partirà presumibilmente dal prossimo gennaio. Con la maggiore disponibilità di dosi e successivamente alla copertura vaccinale per le fasce di popolazione più a rischio infatti: “Si inizieranno a sottoporre a vaccinazione le altre categorie di popolazione, tra le quali quelle appartenenti ai servizi essenziali quali anzitutto gli insegnanti e il personale scolastico, le Forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità”.

In seguito, Speranza si è detto certo che in un clima positivo tutte le istituzione sapranno collaborare efficacemente: “Dobbiamo operare e lavorare tutti insieme per assicurare il pieno successo della campagna di vaccinazione per sconfiggere definitivamente questo terribile virus e per creare le condizioni sanitarie per far ripartire l’Italia. Siamo un grande Paese. Dimostriamo ancora una volta di essere all’altezza delle sfide più difficili”.

Le ipotesi sul nuovo Dpcm

Come annunciato dai canali ufficiali di Montecitorio, l’intervento dell’esponente del governo si è concentrato sulle ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria su cui l’esecutivo sta ancora discutendo con scienziati e governatori. Dalla riunione della sera prima tra Conte, Boccia e i capidelegazione dei partiti di maggioranza sarebbe emersa la volontà di chiudere i ristoranti degli alberghi alle 18 in occasione del Capodanno per evitare cenoni e veglioni.

Ma anche la linea dura sugli spostamenti tra Comuni, vietati nelle giornate del 24 e 25 dicembre nonché dell’1 gennaio. Non è ancora chiaro se tra le comprovate esigenze per muoversi sia contemplato anche il ricongiungimento tra parenti stretti. Dovrebbe poi essere confermato il divieto di movimento interregionale per tutto il periodo dal 21 dicembre al 7 gennaio così come la chiusura degli impianti sciistici. Bocciata dunque la richiesta dei governatori di tenerli aperti limitando l’accesso agli ospiti delle strutture alberghiere e delle seconde case. Ancora da discutere l’apertura/chiusura degli hotel e dei resort di montagna.

Il governo avrebbe inoltre pensato di anticipare alle 20 l’orario ultimo per celebrare la messa di Natale e di mantenere in vigore il coprifuoco alle 22. Se inizialmente si era pensato di posticiparlo e farlo slittare di una o due ore, qualcuno ha insistito per lasciarlo intaccato e stabilire che i negozi chiudano al massimo alle ore 21. Conferme o smentite giungeranno nell’intervento del titolare della Salute e nella riunione con i Presidenti di Regione.