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Renzi: "Mi accusano di cercare la rottura ma lavoro per il Paese"

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"Lavoro per salvare il governo", l'intervista di Matteo Renzi. Al centro l'utilizzo dei fondi Ue: Italia viva presenterà la sua proposta

Matteo Renzi, alle pagine de Il Messaggero, ha parlato di Ricoveri Fund, Mes e governo Conte. E afferma: “Mi accusano di cercare la rottura, ma io lavoro per evitare la crisi di governo e per salvare il Paese”. Ecco l’intervista.

Governo, Renzi sul Recovery Fund

“Io non lavoro per la crisi di governo, lavoro per evitare la crisi del Paese” afferma Matteo Renzi, leader di Italia viva, intervistato da Il Messaggero. Il primo commento è sulla cabina di regia per il Recovery fund. “Ci sono duecento miliardi di euro che appartengono ai nostri figli, che noi prendiamo in prestito aumentando il debito pubblico e che servono per il futuro dell’Italia -afferma Renzi-. Non accetto che qualcuno voglia spenderli alla chetichella, senza passare dal Parlamento. E non accetto che qualcuno possa esautorare il governo con task force e poteri sostitutivi”. Sono giorni che Renzi ripete che questa governance per l’utilizzo dei fondi europei espropria governo e Parlamento. La risposta arriva da Conte: per lui c’è stato un fraintendimento, e i ministri non saranno espropriati delle decisioni che gli competono. Ma Renzi non ci sta: “Innanzitutto c’è un problema di metodo, poi uno di merito. Il problema di metodo è enorme. Siamo onesti intellettualmente: se questa proposta di governance l’avesse avanzata Silvio Berlusconi oggi ci sarebbero le manifestazioni di piazza e la protesta degli intellettuali. Un enorme girotondo virtuale unirebbe l’Italia e le istituzioni accademiche pullulerebbero di allarmi sulla tenuta democratica. I Dpcm sono una discutibile risposta all’emergenza sanitaria. Inserire la governance del progetto di rilancio del Paese in un emendamento di bilancio che arriva in piena notte ai ministri è inaccettabile -continua il leader di Italia viva-. Se per quieto vivere gli altri colleghi parlamentari non hanno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, è un problema loro. Io, come lei sa, ho molti difetti ma non sono un pavido: questa cosa si chiama scandalo. E lo urlo a pieni polmoni in Parlamento, in tv, sui giornali”.

Renzi: “Impensabile 9mld a Sanità”

Renzi interviene anche sui 9 miliardi destinati alla Sanità. “Mi chiedo e le chiedo: ma si può sapere chi ha deciso che alla Sanità vanno nove miliardi? Leggo il ministro Speranza contrariato perché la cifra è esigua. Dunque neanche il ministro della Salute, direttamente interessato, era informato. Le sembra un modo corretto di procedere? Abbiamo una pandemia in corso e per i prossimi cinque anni aumentiamo in totale la spesa sanitaria di appena nove miliardi? Per darle un riferimento: in tempi “normali” il mio governo ha aumentato la spesa sanitaria di sette miliardi in tre anni -spiega il leader Iv-. Questa cifra è stata considerata insufficiente e in tanti hanno parlato dei “tagli del passato”. Non erano tagli, erano aumenti di due miliardi all’anno. Qui paradossalmente abbiamo un Recovery Fund che aumenta le spese in sanità per meno di due miliardi all’anno. Ovvio che serve il Mes. Come pure non possiamo accettare che sul turismo ci siano solo 3 miliardi di euro. Dico: ma siamo matti? Ma scherziamo? La Germania che certo non è un Paese turistico ne mette 35. Sono valutazioni fatte da persone che non hanno la minima idea di che cosa sia il Paese. Mi piacerebbe che almeno venissero fuori i nomi dei responsabili di questi documenti così geniali”.

Proposta di Iv su fondi Ue

Renzi parla della proposta formulata da Italia viva per l’utilizzo dei fondi Ue, che verrà presentata la prossima settimana. “Intanto le posso dire che per quanto riguarda il metodo la governance deve arrivare dopo aver deciso su cosa mettiamo i soldi. Conte è partito alla rovescia, volendo prima dire chi li spenderà e solo dopo per far cosa. Per quanto riguarda le cose da fare, appunto, sanità e turismo sono due dossier per noi assolutamente da valorizzare come non è stato fatto, quanto agli altri temi abbiamo tutta una serie di proposte che stiamo mettendo a punto e annunceremo a breve”. Un commento anche su una tesi che arriva dal Quirinale, ovvero che la crisi significherebbe elezioni anticipate. “Il Quirinale è un’istituzione, i quirinalisti sono dei commentatori. Se mai dovessimo arrivare alla crisi si parla con le istituzioni, non con i commentatori. La bussola per il Presidente della Repubblica è la Costituzione. E la Costituzione dice che si verifica se c’è una maggioranza in Parlamento. Spero che non si arrivi a tanto ma se si arrivasse lì, scommetto sulla presenza di un’ampia maggioranza parlamentare. Penso che voteremo per le politiche nel 2023″.