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Conte non esclude il lockdown: “Possibile tutta Italia in zona rossa a Gennaio”

conte porta a porta

Giuseppe Conte è intervenuto come ospite di Bruno Vespa nel programma Porta a Porta. Molti i temi trattati dalla scuola al turismo al Mes.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stato invitato quale ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, su Rai Uno, moltissimi i temi trattati dalla scuola, alla task force, passando al turismo, al Mes. Uno dei temi cardine trattati nel corso dell’intervista è proprio la scuola in particolare ha esternato la volontà di voler portare la “didattica a distanza almeno al 50% per le scuole secondarie superiori con il massimo di flessibilità” a partire dal 7 gennaio.

Porta a Porta, Conte sulla scuola

“Dobbiamo ripartire” anche per quanto riguarda la didattica in presenza, ha spiegato Conte, proprio in quello che per molti studenti delle scuole secondarie potrebbe essere l’ultimo giorno di lezioni a distanza. Manca ancora l’ufficialità, però, e restano tante le incognite per quanto riguarda la maturità e la durata dell’anno scolastico, che potrebbe protrarsi fino a fine giugno. Continua, nel frattempo, il botta e risposta tra il governo centrale e le regioni, con il governatore Vincenzo De Luca che rimanda la decisione al prossimo anno.

Il Presidente del Consiglio proprio sulla necessità di apportare dei cambiamenti per ciò che riguarda la scuola, ha sottolineato come la complessità del sistema anche da un punto di vista burocratico renda complicato apportare dei cambiamenti sul breve periodo: “In un sistema complesso come quello italiano, anche dal punto di vista burocratico, non è facile immaginare da un momento all’altro di rivoluzionare tutto. Ci sono comparti che difficilmente dialogano tra loro, c’è da avviare un dialogo tra il centro e le autorità locali, periferiche. Qualcuno pensa che il Governo abbia la bacchetta magica con cui riorganizzare tutto il sistema. Non è così, non abbiamo il potere per farlo”.

Zona rossa con RT in aumento

“Non ho mai pensato di non farcela” ad affrontare l’emergenza sanitaria, ha continuato il primo ministro, confessando però “che ci sono stati momenti molto difficili, soprattutto all’inizio. È stato difficile prendere le prime decisioni, le zone rosse, il lockdown. Quando abbiamo cominciato a vedere i decessi per me è stato un momento particolarmente sofferto“.

A soli due giorni dal Natale, il premier ha ricordato che, anche dopo le festività, dovremo affrontare “gennaio dosando cum grano salis le misure solo dove necessario tra zona gialla, arancione e rossa. Se dovesse arrivare un’impennata, una terza ondata o una variante che faccia sbalzare l’RT, allora ci troveremmo facilmente in zona rossa o con misure più restrittive. Ma in una situazione come quella attuale forse dovremmo affrontare gennaio-febbraio con una certa tranquillità”.

A preoccupare, ora, è soprattutto il Veneto, dove è necessario indagare le cause della risalita repentina dei contagi: “Ora spunta una variante inglese che corre molto più veloce, di uno 0.70 in più, e spiegherebbe molte cose. Ma non voglio avanzare ipotesi”.

“Rafforzerò la cinghia di protezione”

Un altro aspetto su cui Conte ha posto l’accento è il rischio di un’eventuale terza ondata. Il Premier ha infatti dichiarato che qualora tale rischio diventi concreto, anche in luce della diffusione della variante inglese, provvederà senza indugio a “rafforzare la cintura di protezione per il periodo natalizio perché lasciando correre rischieremmo una nuova ondata”.

Obiettivo 15 milioni di vaccinati

L’obiettivo è arrivare a 15 milioni di vaccinati ad aprile, se ci dovesse essere un rifiuto di massima bisognerà valutare”, ha dichiarato il capo del Governo Giuseppe Conte. Il Premier ha poi specificato che “Nel nostro ordinamento costituzionale esiste un principio di autodeterminazione. Se dovessimo scoprire che la popolazione non si vaccina allora sarà un problema da affrontare, ma non c’è ragione di credere ad una prospettiva del genere“.

La crisi di governo

Il premier Conte ha poi chiarito la spinosa questione dello scontro con Italia Viva e dello spettro della crisi di governo, sottolineando che “se le forze politiche chiedono sostituzioni, di rinnovare la squadra, se ne parla e si valuta come, se e perché. Ho fatto un incontro con le forze politiche e tutti si sono sfilati, mi hanno detto che non c’è questa necessità. Se mi verrà detto che c’è, la valuteremo insieme. Non dico che aria di crisi non c’è stata, dico semplicemente che la crisi non è nelle mie mani. Si va avanti se c’è la fiducia di ciascuna forza che sin qui ha sostenuto la maggioranza. Ho dimostrato in mille occasioni che sono qui a lavorare per l’interesse del Paese”.

Prevista struttura di monitoraggio

Nel corso dell’intervento il Premier ha sottolineato come sarà prevista una “struttura di monitoraggio” che serva a dialogare con l’Europa evidenziando che: “Pensare che non ci sia una struttura di monitoraggio che possa dialogare con tutte le amministrazioni centrali, con tutte le amministrazioni periferiche e con i privati, è impensabile. La struttura deve monitorare e coordinare tutto questo. È necessaria perché ce lo chiede l’Europa

Un punto molto importante riguarda l’indisponibilità a cedere la delega sui servizi segreti : “Non vorrei ci fosse qualche equivoco, perché sembrerebbe che il premier si è appropriato di questi poteri. La legge sui servizi segreti attribuisce al presidente del consiglio la responsabilità politica, giuridica e anche operativa per quanto riguarda l’intelligence. Io anche avvalendomi di una mera facoltà di nominare l’autorità delegata non posso sottrarmi alle responsabilità. Il mio predecessore non aveva nominato un’autorità delegata”. Proprio a questo proposito il Premier ha ricordato: “Se vogliamo costituire per la prima volta – e sarebbe un’anomalia in Italia – una struttura bicefala dove c’è una forza politica che prende l’autorità delegata, e c’è il presidente del consiglio, sarebbe una grave compromissione per quanto riguarda l’operatività dell’intero comparto”.

“Il Mes? Deciderà il Parlamento”

Sul Mes Conte ha specificato che “accettarlo o meno è prerogativa del Parlamento”. Proprio su questo importante aspetto non ha usato mezzi termine nel dichiarare che accettare i 36 miliardi comporterebbe un ulteriore aumento di deficit. “Se noi quindi li intendessimo come spese aggiuntive per la Sanità lasceremmo alle generazioni future un fardello non da poco. È la ragione per cui anche all’interno del Recovery fund alcuni dei miliardi a disposizione li utilizziamo sostitutivi e non come investimenti aggiuntivi. In sostanza, possiamo fare tutti i discorsi del mondo, ma non possiamo lasciare alle generazione future un debito fuori controllo”.

Senza indugi sul Recovery Fund

“Se non riusciremo a portare a casa il risultato con il Recovery fund questo governo deve andare a casa con ignominia“, ha dichiarato il Premier Conte. Proprio su questo aspetto ha fornito un quadro di ciò che è stato incluso nella bozza del Recovery Fund: “Si è detto che 9 miliardi sono pochi ma ho invitato tutti a considerare che quando facciamo questi calcoli, molti progetti sono trasversali. Quando parliamo dell’efficientamento degli edifici pubblici, su quello degli ospedali abbiamo altri 6 miliardi, quindi la digitalizzazione e sono altri miliardi per la sanità, in tutto si arriva a circa 15. Sono disponibile a discutere se necessario rafforzare ulteriormente lo stanziamento per la sanità”.

Task Force mai esistita

Uno dei punti molto importanti trattati in studio da Bruno Vespa è quello della sulla Task Force. Proprio su questo punto il Premier ha precisato che quest’ultima della quale si è molto parlato è stata “superata perché non è mai esistita“.

Conte, lavoro per l’interesse del Paese

Il Premier ha parlato di un’ipotesi di rimpasto evidenziando che: “Se le forze politiche mi chiedono sostituzioni, di rinnovare la squadra, se ne parla e si valuta come, se e perché. Ho fatto un incontro con le forze politiche e tutti si sono sfilati, mi hanno detto che non c’è questa necessità”. Su questo aspetto il capo del Governo ha precisato come la crisi non è nelle mani del Presidente Conte. “In questi giorni ho parlato poco ma ho sempre chiarito che si va avanti se c’è la fiducia di ciascuna forza che sin qui ha sostenuto la maggioranza. Ho dimostrato in mille occasioni che sono qui a lavorare per l’interesse del Paese”, ha dichiarato.

Mantenere alta la guardia

Sul vaccino il Presidente del Consiglio ha lanciato un monito vale a dire quello di tenere “alta la guardia. Perché la pandemia ha comportato un costo umano devastante e ha messo a dura prova le nostre abitudini. Questo sarà un Natale diverso, ma lo sviluppo dei vaccini e il loro lancio a breve sono più di un segnale di speranza per tutti noi”.