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Vaccino Covid, De Micheli non esclude obbligatorietà. Gli esperti: “Rivedere priorità”

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Il vaccino contro il Covid-19 continua a fare discutere: dall’obbligatorietà fino alle modalità di somministrazione.

Il dibattito in merito al vaccino contro il Covid-19 prosegue, anche tra istituzioni ed esperti. Per preservare la popolazione dalla ulteriore diffusione del virus si discute della possibilità di renderlo obbligatorio, ma alcuni dubbi restano anche sull’ordine temporale in cui le diverse categorie di persone potranno accedere alla vaccinazione.

L’ipotesi obbligatorietà del vaccino anti Covid

La ministra delle infrastrutture, Paola De Micheli, è tornata a parlare della possibilità di rendere obbligatorio il vaccino: “Abbiamo il dovere di fare delle scelte collettive e le prenderemo alla luce di come andrà questa campagna di informazione. Alla fine non escludo la obbligatorietà“. La strada più facile, tuttavia, è quella dell’informazione, che può spingere la popolazione a vaccinarsi in modo spontaneo.

Sulla stessa linea di pensiero è il Comitato nazionale di bioetica: “In questa prima fase, è fondamentale incentivare la propaganda a favore delle vaccinazione. L’obbligo dovrebbe essere considerato come una extrema ratio. Ritengo che solo in casi estremi si dovrebbe prevedere un obbligo per il vaccino anti-Covid“, ha detto il presidente Lorenzo D’Avack. L’obbligo, piuttosto, dovrebbe essere valutato soltanto per categorie come quelle dei medici e degli insegnanti.

Le categorie prioritarie

Al momento i primi ad accedere alla vaccinazione saranno le persone a stretto contatto con il virus, come medici, infermieri e operatori sanitari, e i soggetti più deboli, come gli ospiti delle Rsa. In merito alla necessità di dare la precedenza agli anziani, tuttavia, gli esperti di bioetica nutrono delle perplessità.

È chiaro che tra coloro che saranno vaccinati dopo ci saranno dei morti per Covid. Dal mio punto di vista, anche se può sembrare una boutade, tra i primi a essere vaccinati ci dovrebbero essere i parlamentari, perchè reggono la cosa pubblica, hanno maggiore responsabilità sociale e se un focolaio dovesse mettere il Parlamento nella condizione di funzionare a singhiozzo sarebbe danneggiata l’intera comunità. Anche i liceali dovrebbero essere tra i primi a venire vaccinati perchè hanno una lunga aspettativa di vita e non soltanto perchè hanno il diritto di tornare a scuola“, ha detto Maurizio Mori, presidente presidente della Consulta di Bioetica Onlus.

E sull’obbligatorietà del vaccino: “Renderei obbligatorio il vaccino anti-Covid solo quando sarà chiarito che la persona vaccinata non è più contagiosa per gli altri, ossia che il vaccino garantisca sia il vaccinato che chi ancora non ha avuto la dose. In questa fase bisogna essere duttili, insistere sull’obbligo finirebbe per provocare solo delle alzate di scudi. Questo è un momento in cui serve maggiore chiarezza, far capire alla gente che se il vaccino è sicuro, farlo è nell’interesse sia dell’individuo che della collettività“, ha aggiunto Mori.