> > Salvini vuole la bandiera alle Olimpiadi, ma la riforma del Coni l'ha fatta l...

Salvini vuole la bandiera alle Olimpiadi, ma la riforma del Coni l'ha fatta la Lega

Salvini riforma del Coni Lega

Salvini dimentica che la riforma che toglie autonomia al Coni è stato firmata anche dalla Lega nel 2018.

La notizia che l’Italia potrebbe partecipare alle prossime Olimpiadi di Tokyo senza il proprio inno e la propria bandiera ha fortemente turbato l’opinione pubblica nazionale. Il CIO non ravvede nel Coni i necessari requisiti di autonomia, motivo per cui si è reso necessario un decreto lampo, approvato questa mattina, 26 gennaio, dal CdM per provare a salvare la situazione. Tra coloro che si sono lamentati dell’accaduto c’è stato anche Matteo Salvini che sui social ha scritto: “L’Italia che, grazie alla battaglia vinta dalla Lega contro i SignorNo, ospiterà le Olimpiadi invernali del 2026, non può non veder sventolare la sua Bandiera ai prossimi Giochi Olimpici! Evviva lo Sport libero e pulito!”. Un messaggio molto chiaro, giudicato però incoerente da molti utenti che ricordano al segretario del Carroccio che è anche per “colpa” della riforma del Coni firmata anche della Lega se si è in questa situazione.

La riforma del Coni è della Lega di Salvini

Nello specifico, ai tempi del governo giallo -verde, la Lega firmò la legge di bilancio del 2018 che andava ad eliminare Coni Servizi e formava la società Sport e Salute la quale sottraeva autonomia decisionale ed economica al Coni. Si ricorda inoltre che l’ex braccio destro di Salvini, Giancarlo Giorgetti, ricopriva in quel governo il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport. La misura violava l’autonomia prevista dall’art.27 della carta olimpica internazionale e tutto ciò ha innescato la sospensione del comitato nazionale.

La caduta del Conte Uno ha portato la Lega all’opposizione e il nuovo esecutivo giallo – rosso aveva inizialmente previsto un ritocco alla norma, mai però effettivamente arrivato anche a causa dell’insorgere di un problema enorme com’è quello della pandemia. Un’attenuante, ma che non limita la responsabilità di tutte le forze politiche che hanno avuto potere decisionale nel corso di questa legislatura.