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Divisione in colori, zone rosse mirate ma niente lockdown: il piano di Draghi

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Vaccinazioni in caserme, palestre e aeroporti e zone rosse locali per limitare la circolazione delle varianti: le ipotesi sul piano del governo Draghi.

Son diverse le ipotesi sulla strategia che che adotterà il nuovo governo a guida Mario Draghi per contrastare l’emergenza sanitaria: tra queste l’istituzione di zone rosse mirate (come già accaduto in Umbria e Abruzzo) per limitare la diffusione delle varianti evitando un lockdown nazionale, l’utilizzo di caserme e palestre per le vaccinazioni e un maggior coinvolgimento della Protezione Civile. Resterà in vigore almeno fino al 25 febbraio il divieto di spostamento tra regioni. Non sono previsti, al momento, allentamenti anche al coprifuoco.

Vaccinazioni in caserme e palestre e zone rosse

Il cambio di passo potrebbe giungere dopo l’allarme lanciato dall’Istituto Superiore di Sanità sulla mutazione inglese del virus, più contagiosa e secondo uno studio anche più letale. Per il momento il piano sembra escludere un lockdown generalizzato come invocato da consulente del Ministero della Salute Walter Ricciardi per puntare maggiormente su interventi mirati nelle zone di maggior diffusione.

Non è escluso che la presenza delle varianti porti ad un ritocco dei parametri per stabilire il colore delle regioni. Attualmente gli indici di contagio da superare per entrare in fascia rossa e arancione sono fissati rispettivamente a 1.25 e a 1, ma gli scienziati potrebbero abbassare ulteriormente le soglie. Sarà poi il governo a dover stabilire quali attività tenere aperte e quali invece vietare nelle varie aree.

A tal proposito si starebbe pensando di coinvolgere militari e volontari della Protezione civile e allargare i luoghi di somministrazione ad hangar e caserme ma anche alle palestre e agli aeroporti. L’esempio da seguire in questo caso è quello del Lazio, che ha reperito un’ala dello scalo Leonardo da Vinci per effettuare le iniezioni. L’ipotesi più probabile è che il supporto ai governatori arrivi dalla struttura che dipende da Palazzo Chigi e che al commissario Arcuri rimanga di competenza soltanto l’approvvigionamento delle dosi.

Dpcm e riaperture

Il nuovo esecutivo dovrà anche decidere quali limitazioni mantenere dopo il 5 marzo 2021, data di scadenza del dpcm attualmente vigente. Fino a qualche giorno fa le ipotesi parlavano di un’apertura serale dei ristoranti nella zona gialla e pomeridiana in quella arancione ma con la diffusione delle varianti non è escluso che l’allentamento venga rimandato. Stesso discorso per palestre e piscine: le nuove linee guida prevedrebbero aperture scaglionate, lezioni individuali e distanziamento, ma è ancora da decidere se farle partire subito dal 6 marzo. Incerta anche la ripresa dello spettacolo in presenza con l’apertura di cinema e teatri.