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Pony-express morto, il cugino: perché non ci sono frenate?

Maurizio Cammillini

Maurizio Cammillini, 29 anni, è morto lavorando, mentre effettuava una consegna. Il cugino però non si dà pace: "Sull'asfalto nessuna frenata".

Si indaga sulla morte di Maurizio Cammillini, il 29enne pony-express finito contro un palo mentre effettuava una consegna a Metato (Pisa). Il cugino della vittima sostiene infatti che sull’asfalto non ci sono segni di frenate ed ipotizza che possa essere stato quindi “disturbato” durante la corsa, magari da un’altra vettura. Maurizio inoltre forse correva per evitare che gli decurtassero la paga.

La morte sul lavoro di Maurizio

Sembra essere un piccolo giallo la morte di Maurizio Cammillini, il 29enne pony-express morto a seguito di un incidente stradale mentre consegnava due panini e un fritto a Metato (Pisa). “Come è possibile che Maurizio sia finito dritto contro un palo? Il motorino lo sapeva guidare, quella curva la conosceva benissimo e sull’asfalto non ci sono segni di frenate o di cadute” afferma infatti il cugino, Simone Pellegrini. “L’unica spiegazione – prosegue il 34enne come si legge su Il Tirreno – è che qualcosa o qualcuno lo abbia disturbato. Forse una macchina, non lo so”. “Confidiamo nelle immagini delle telecamere, se ce ne sono. – aggiunge – Non mi darò pace finché non mi diranno come è morto”.

Maurizio Cammillini era al suo secondo giorno di prova e forse l’indomani sarebbe stato assunto. Un lavoro che il 29enne desiderava ardentemente, dopo anni di disoccupazione. Maurizio era rimasto tempo fa orfano di entrambi i genitori e viveva in una casa popolare. Fare il pony-express significava per lui essere maggiormente indipendente anche se al mese sarebbe riuscito a mettersi in tasca solo poche centinaia di euro, il tanto necessario per evitare di andare a mangiare dalla Caritas e pagare l’affitto.

La sorella ha denunciato però come Maurizio avesse confidato agli amici che la prima sera del mortale incidente “era stato pagato 17 euro anziché 20”. “Il motivo? Ha fatto qualche consegna in ritardo” ha rivelato Stefania. Dopo tale denuncia, l’Ispettorato del lavoro ha quindi avviato un’indagine. Del caso sembra inoltre che si stia occupando anche il Sindacato generale di base, per evitare soprattutto che possano succedere altre tragedie simili. Altri pony-express cittadini lamentano infatti la scarsa manutenzione degli scooter e i contratti precari o in nero.

Lo sfruttamento dei pony-express

“Si tratta di una forza lavoro fortemente precaria e particolarmente penalizzata. La necessità di portare a termine le consegne, per essere retribuiti, fa poi il resto” sottolinea anche in una nota il gruppo consiliare “Diritti in comune”, composto da Una città in comune, Rifondazione Comunista e Pisa Possibile. “A tutte e tutti noi è senz’altro capitato di vedere sfrecciare questi scooter e dipanarsi in mezzo al traffico cittadino. – viene evidenziato – Eh già, perché non solo le consegne vanno effettuate, ma anche il più velocemente possibile, in quanto più consegni e più guadagni e corri meno il rischio di essere sostituito con chi è ‘più veloce'”. “La destrutturazione del lavoro è massima: – conclude il gruppo – ogni lavoratore è solo col proprio mezzo di lavoro (lo scooter) e, oltretutto, in competizione con gli altri”.

Anche per Cub Trasporti di Lucca pony-express è sinonimo ormai di “sfruttamento”. Il segretario Giovanni Regali precisa infatti: “Pagati tramite rimborsi minimi e sfruttati per anni con contratti part-time, pagati cifre irrisorie a cottimo e privi di ogni tutela. Oggi questo è diventato il mondo del lavoro, vediamo anche le situazioni di ricercatori, operai metalmeccanici, medici e altre categorie tradizionalmente tutelate, che oggi invece risultano ingabbiate tra le maglie del precariato“.

Il cugino di Maurizio Cammillini sottolinea infatti: “Non ho mai visto nessuno sbattersi alla ricerca di un impiego come lui. È incredibile che lui sia morto lavorando“.