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Pornostar pagata da Trump: "Ci fu relazione di un anno"

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Il primo incontro sarebbe avvenuto nel 2006 in Nevada, quando il presidente era già sposato con Melania.

Pornostar pagata da Trump: è questa l’ultima notizia che sta travolgendo la Casa Bianca e il presidente degli Stati Uniti. Questa volta, The Donald non dovrà difendersi dalle accuse di razzismo e da quelle relative al Russiagate, quanto quella di aver pagato una sua ex fiamma perché pornostar. Ebbene sì, secondo quanto viene riferito dai media americani, Stephanie Clifford, nel 2016 sarebbe stata pagata 130mila dollari per mantenere il silenzio su un presunto rapporto sessuale con Donald Trump.

Pornostar pagata da Trump

Secondo quanto viene riportato dai media locali, la pornostar sosterrebbe di aver avuto in realtà una relazione con il presidente Usa per quasi un anno. Secondo quanto riporta la rivista ‘Slate’, il primo incontro sarebbe avvenuto nel 2006 in Nevada, quando Trump era già sposato con Melania. A quanto pare, i due si sarebbero poi visti a New York e Los Angeles.

A confermare una frequentazione tra i due, ci sarebbe un invito che Stephanie Clifford avrebbe ricevuto all’inizio del 2007 per il party “Trump Vodka” e quindi a “Miss Usa”. Un indizio, che rischierebbe di mettere ulteriormente nei casini Donald Trump e a serio pericolo il suo matrimonio con Melania.

Russiagate, Bannon convocato da Mueller

Giornata impegnativa per il presidente americano anche per quanto concerne il caso Russiagate. E’ notizia di poche ore fa che l’ex consigliere di Donald Trump, Steve Bannon, è stato convocato dal procuratore indipendente Mueller nell’ambito dell’indagine relativa al Russiagate. Il provvedimento è stato emesso in seguito alla diffusione di una citazione dell’ex stratega della Casa Bianca, che definisce come sovversivo l’incontro avvenuto alla Trump Tower tra il primogenito del Presidente degli Stati Uniti ed alcuni emissari russi. Un incontro avvenuto proprio nel corso della campagna elettorale di Trump.

A quanto pare, Bannon dovrà rispondere alle domande relative all’incontro avvenuto lo scorso 9 giugno 2016 tra il primogenito di Donald Trump e alcuni emissari russi, che avrebbero dovuto fornire del materiale importante relativo alla rivale democratica, Hillary Clinton.