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Al via la Prima della Scala con il “Don Carlo”, applausi per Liliana Segre. Dopo l’inno di Mameli, il grido: “Viva l’Italia antifascista”

prima alla scala 2023

È cominciata la prima al Teatro alla Scala di Milano: il Don Carlo di Verdi inaugura la stagione operistica 2023-2024.

Al via la Prima del Teatro alla Scala di Milano: a inaugurare la stagione operistica in partenza il 7 dicembre 2023, è stato il Don Carlo di Verdi.

Prima alla Scala 2023 con il “Don Carlo”, standing ovation per Liliana Segre

Al Teatro alla Scala di Milano è stata inaugurata la nuova stagione operistica con il Don Carlo di Giuseppe Verdi. L’opera è diretta da Riccardo Chailly.

Sul Palco Reale, in prima fila, sono presenti la senatrice Liliana Segre e la figlia Federica Belli Paci, con accanto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, con la compagna Chiara Bazoli, e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, con la moglie Laura De Cicco. In seconda fila, invece, il presdiente della Regione Lombardia, Attilio Fontana; il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini; il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; la ministra per le Riforme, Maria Elisabetta Alberti Casellati; e il prefetto di Milano, Claudio Sgaraglia.

Nel momento in cui la senatrice Segre ha fatto il suo ingresso nel Palco Reale, i presenti in sala hanno applaudi a lungo dopo essersi alzati in piedi in platea e nei palchi.

Prima alla Scala 2023 con il “Don Carlo”, dopo l’Inno di Mameli il grido: “Viva l’Italia antifascista”

Al termine dell’Inno di Mameli che, come da tradizione precede l’inizio dell’opera, nel teatro si è sentito il grido “Viva l’Italia antifascista”. In sala, sono state udite anche le parole “No al fascismo”.

Le esternazioni di alcuni spettatori sono state commentati da molti personaggi di rilievo presenti all’evento. “Polemicucce”, così il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri ha liquidato l’accaduto. “Quando il potere ce l’ha la sinistra, nessuno contesta, quando ce l’ha la destra…”, ha chiosato.

“Se uno viene alla Scala ad urlare o agli ambrogino a fischiare ha un problema”, ha asserito invece il vicepremier Matteo Salvini. “Alla Scala si viene per ascoltare, non per urlare”, ha aggiunto dicendo che l’opera è “bellissima”.

“L’antifascismo non ha niente a che fare con la prima della Scala”, ha detto l’ex sovrintendente del Piermarini Alexander Pereira, commentando le grida. “L’opera è molto bella, è una grande serata” ha poi affermato facendo riferimento al Don Carlo.

L’assessore milanese alla Cultura Tommaso Sacchi, invece, ha osservato che “la presenza nel palco reale di Liliana Segre è un segnale bellissimo”. E ha aggiunto: “Non ho mai fatto mistero delle mie posizioni, sono nipote di due partigiani, l’antifascismo lo pratico quotidianamente”.

“La musica ha spazzato via le polemiche, poi è Sant’Ambrogio, non è giornata da polemiche”, ha osservato il presidente di Aci Milano, Geronimo La Russa, recentemente nominato nel Cda del Piccolo.

Ospiti vestite di rosso contro la violenza sulle donne

Anche durante la prima alla Scala, poi, un pensiero è stato rivolto a Giulia Cecchettin, a Giulia Tramontano e a tutte le vittime di femminicidio. Alcune ospiti che si sono recate al Teatro, infatti, hanno deciso di sfatare la tradizione che vieta il rosso per lanciare un messaggio forte e deciso contro la violenza sulle donne.

In questo contesto, la drammaturga Sabina Negri ha indossato delle scarpe rosse. Arrivata al Piermarini, poi, ha tirato fuori le chiavi dalla borsa per “fare rumore”. In rosso, anche il chirurgo plastico Dvora Ancona.

Una donna che ha partecipato alla prima, poi, ha sfoggiato un segno rosso sul viso.