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Rampelli si scaglia contro Napoleone: “Via il quadro dalla Camera, ha depredato l’Italia”

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Fabio Rampelli contro Napoleone: il deputato di Fratelli d’Italia vuole togliere il quadro di Bonaparte dalla Camera.

Napoleone è finito nel mirino Fabio Rampelli: il parlamentare di Fratelli d’Italia vuole eliminare il ritratto di Bonaparte dalla Camera dei deputati.

Rampelli contro il dipinto di Napoleone alla Camera

Rampelli ha un nuovo bersaglio. Non si sono ancora placate le polemiche – e neppure le ironie – sulla proposta di legge presentata dal parlamentare di Fratelli d’Italia per boicottare l’uso delle parole straniere nella pubblica amministrazione, che il politico ha deciso di intraprendere una nuova battaglia. A finire nel mirino del deputato di FdI, adesso, è il ritratto di Napoleone affisso sulla parete dell’anticamera del suo studio di vicepresidente della Camera dei deputati, a Montecitorio.

Scagliandosi contro la tela del pittore milanese Andrea Appiani di proprietà della Pinacoteca di Brera e, dal 1927, “in deposito temporaneo” alla Camera, Rampelli ha tuonato: “Via il quadro di Napoleone da qui, è stato il conquistatore dell’Italia…”.

Il parlamentare di FdI considera il ritratto del generale Napoleone, in abito di velluto verde e con capo cinto dalla corona d’alloro in occasione dell’incoronazione a re d’Italia, come una beffa. Per questo motivo, vuole disfarsene e mettere un punto alla celebrazione di colui che, secondo il vicepresidente della Camera, ha depredato i tesori italiani.

“Non mi disturba il fatto che il dipinto sia esposto a Montecitorio”, ha spiegato Rampelli ai microfoni di Adnkronos. “L’arte non ha confini né appartenenze, starebbe benissimo in una galleria insieme a tanti altri quadri. Ma mi infastidisce il fatto che sia qui, appeso nella mia anticamera nel piano più importante di un palazzo che rappresenta il tempio della sovranità nazionale. Ecco, Napoleone ha cercato di annetterla al suo impero. Viva l’arte, ma il suo ritratto non sta nel posto giusto…”.

L’accusa: “Depredò l’Italia di immensi tesori”

”Nel corso delle sue campagne di conquista, Napoleone depredò l’Italia di immensi tesori: quadri, statue, arazzi. Un patrimonio destinato ad arricchire le collezioni del Louvre la cui costruzione iniziò proprio in quel periodo. Ci fu addirittura un ambasciatore speciale, lo scultore Canova mandato dal Papa per recuperare il maltolto”, ha rimarcato Rampelli all’Adnkronos. “Solo una piccola parte tornò in Italia, ma basta visitare il Louvre per rendersi conto di come la nostra arte arricchisca la Francia contribuendo alla sua grandeur che non l’Italia”.

In questo contesto, quindi, è nata l’idea di “contribuire alla creazione di una galleria d’arte di Montecitorio”. ”Una vera e propria pinacoteca”, ha detto il parlamentare di FdI che, a suo tempo, si è opposto alla restituzione della stele di Axum e si è battuto per la restituzione dei bottini di guerra all’Italia, “dove finalmente esporre tutte meravigliose opere d’arte che soltanto i deputati possono vedere ora nei propri uffici. Sarebbe un bel segnale di democrazia, di educazione al bello, consentire al pubblico di apprezzarle dal vivo’, perché non ha senso, avverte, tenere in una stanza chiusa, di ufficio o semplicemente nei corridoi meno vissuti di Montecitorio, opere di rara bellezza e pregio”.

Il vicepresidente della Camera, infine, ha sottolineato che “molti pezzi sono conservati nei depositi della Camera”. E ha aggiunto: “Ultimamente, è stato esposto un Sironi inedito che ora è visibile presso l’anticamera della Difesa. Penso meriti di essere esposto al pubblico. È uno delle sue opere più belle. Da chi arrivano le collezioni? Anche da privati che spesso lasciano alla Camera i loro beni perché sanno che almeno qui saranno custodite e apprezzate – e ha aggiunto –. I dirigenti del settore sono tra i più attenti in Italia perché sanno che oltre al pezzo d’arte da custodire c’è il significato simbolico di questo luogo. Che è di per sé un’opera d’arte. Tra Bernini e Basile, su un’area dove anticamente si dice si svolgessero i comizi e le votazioni dei centuriati…”.