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Referendum, le reazioni a caldo dei partiti all’esito

Referendum, le reazioni dei partiti

Referendum e "The day after": le reazioni a caldo dei partiti all’esito e l'analisi della scarsissima affluenza che ha pregiudicato l'obiettivo quorum

In merito ai cinque quesiti sulla giustizia del referendum arrivano le reazioni a caldo dei partiti all’esito che dà per certo il mancato raggiungimento del quorum. Fra chi accusa la disinformazione, chi invoca nuovi metodi e chi esulta per una chiara espressione di volontà popolare il quadro si sta via via delineando fra coloro che sono di fatto “sconfitti” ed i partiti che hanno raggiunto il loro obiettivo di contrarietà senza neanche dover sudare troppo. Il vero dato politico è forse quello di un’affluenza minimal che dovrebbe far riflettere ma il dibattito post voto tiene conto delle varie “ricette partitiche”.

Le reazioni a caldo dei partiti sul referendum

Dalla Lega di Matteo Salvini arriva la richiesta dell’onore delle armi per chi a votare ci è andato: “La Lega ringrazia i milioni di italiani che hanno votato o voteranno nonostante un solo giorno con le urne aperte, il silenzio di troppi media e politici, il weekend estivo e il vergognoso caos seggi visto per esempio a Palermo”. Silvio Berlusconi invece l’ha detta più chiara: secondo lui i referendum sulla giustizia “sono stati boicottati con il voto in un giorno solo. Sono stati boicottati con il silenzio assoluto su molti giornali e sulla televisione di Stato con la volontà precisa di mantenere le cose come stanno e gli italiani che non vanno a votare e se ne stanno a casa. Siamo dei masochisti”. Anna Rossomando, responsabile Giustizia del Partito Democratico, non ha dubbi: “Possiamo dire con certezza che i cittadini hanno scelto le riforme e hanno respinto la strumentalizzazione propagandistica di chi ha promosso il referendum”. Dal canto suo Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, ha detto: “I referendum sulla giustizia sono stati bocciati dagli elettori. Soprattutto da quelli dei partiti che li hanno promossi”.

Fra accuse, “vittorie” e necessità di riforme

Giuseppe Brescia del Movimento Cinquestelle e presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera ha spiegato: “A prescindere dal merito dei quesiti di oggi e di fronte al referendum col peggior tasso di affluenza della storia della Repubblica, un fatto è certo: se si vuole vera democrazia, lo strumento del referendum va riformato introducendo il referendum propositivo e modificando il quorum”. Rammarico di Benedetto Della Vedova di +Europa a Porta a Porta: “Si è persa una occasione per andare alla radice delle riforme sulla giustizia ma il risultato è quello. Il quorum al 50% significa portare al voto oltre i 2/3 di chi vota per le politiche”. E il presidente di Italia Viva Ettore Rosato ha chiosato: “Che non si sia raggiunto il quorum non è certo inaspettato. Si è scontata la scarsa informazione: da una parte il tema della guerra ha sovrastato tutto e dall’altra non tutti i partiti hanno fatto campagna elettorale, qualcuno si è tirato indietro”.