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Russia 2018, le follie del Mondiale più pazzo di sempre

Follie Mondiale 2018

Dalla capriola virale di un giocatore iraniano all'esultanza di Cristiano Ronaldo che stuzzica Messi. Ecco le storie più particolari di Russia 2018.

Sono bastati pochi giorni di Coppa del Mondo a fare emergere il lato più curioso e bizzarro di questa competizione, da sempre palcoscenico di un grande spettacolo sportivo ma anche punto di incontro di culture e tradizioni provenienti da ogni parte del mondo. Tra gli osservati speciali ci sono sicuramente i calciatori che fanno parlare di sé, oltre che per i gesti tecnici offerti in campo, per pettinature ed esultanze strambe o comportamenti particolari resi virali in pochissimo tempo dal web. Non sono però da meno i tifosi, anch’essi attori protagonisti dell’evento grazie al loro folklore, voglia di fare festa e, in alcuni casi, grande civiltà.

Scatti dal Mondiale

Dentro il campo da gioco ma non solo: la Coppa del Mondo è un grandissimo palcoscenico che lungo circa un mese dà spazio ai calciatori ma anche ai tifosi, protagonisti altrettanto importanti di un evento che da sempre viene seguito dagli appassionati anche per il folklore, il divertimento e le curiosità che porta. Nella prima settimana successiva all’inaugurazione, avvenuta giovedì 14 giugno con la larga vittoria della Russia sull’Arabia Saudita, il Mondiale ci ha già offerto numerosi scatti che rimarranno negli annali. Dalle esultanze ai look più particolari, fino ad arrivare ai gesti di alcuni giocatori diventati inevitabilmente virali con l’aiuto del web. Senza dimenticare, appunto, lo spettacolo offerto dai tifosi.

Migliore in campo? No grazie

Nel secondo giorno di partite, dopo l’esordio vincente della Russia sull’Arabia Saudita, è toccato a Uruguay ed Egitto aprire la giornata di venerdì 15 giugno. La sfida è terminata 1-0 per i sudamericani, ma questo non ha impedito al portiere egiziano, Mohamed El-Shenawy, di essere nominato migliore in campo per le ripetute parate che hanno impedito agli uruguaiani di vincere con uno scarto maggiore. Tuttavia, l’estremo difensore ha gentilmente declinato il premio di “Man of the Match”, un boccale di birra sponsorizzato dall’azienda statunitense Budweiser, visto che la religione islamica vieta il consumo di alcool. La FIFA, che a quanto pare era stata disposta a rimuovere il logo del produttore americano, ha dovuto incassare il rifiuto. El-Shenawy, invece, oltre al simbolico titolo di “uomo partita”, ha incassato anche gli applausi del suo popolo.

Cristiano Ronaldo, la capra è per Messi?

Era ovviamente uno degli uomini più attesi di tutto il Mondiale, e fin dall’esordio Cristiano Ronaldo ha arricchito la lista di motivi per fare parlare di sé. Nella prima sfida del Portogallo, terminata con uno spettacolare 3-3 contro la Spagna, il lusitano è stato protagonista assoluto segnando una tripletta, ma non solo. A destare curiosità è stata infatti anche la sua esultanza dopo il suo primo gol su rigore, che lo ha visto lisciarsi il pizzetto come a mimare una capra, in inglese “goat”. Ma perché? Messi era comparso in precedenza in un servizio fotografico pubblicato su una rivista, che lo ritraeva proprio con una capra in braccio. Facile e voluto il gioco di parole, visto che “g.o.a.t.” è anche acronimo di “Greatest of all times”, il più grande di tutti i tempi. Da qui il sospetto, ma anche qualcosa di più, che il portoghese volesse dire al rivale argentino che la sfida per decretare chi è veramente il migliore tra i due è tutt’altro che chiusa.

Piqué e Isco salvano un uccellino

Ci sono gesti che possono fare esplodere i propri tifosi, altri per cui si possono ricevere applausi da tutto il mondo, a prescindere dai colori che si difendono. Lo sanno bene Piqué e Isco, che durante la faticosa gara contro l’Iran, vinta dalla Spagna 1-0, si sono resi protagonisti di un episodio che ha scatenato la tenerezza del web e dei tantissimi utenti collegati. Le telecamere hanno infatti colto il difensore del Barcellona intento a raccogliere un piccolo uccellino che si era avventurato sul campo da gioco, nel tentativo di portarlo al sicuro. Il volatile è sfuggito però alle mani di Piqué, ma l’opera è stata completata dal centrocampista del Real Madrid Isco, che lo ha ripreso e portato di corsa fuori dal rettangolo verde.

I look più stravaganti

È ormai risaputo che i Mondiali sono una ghiotta occasione anche per gli appassionati ed esperti di moda per discutere degli stravaganti look e capigliature che i calciatori mettono in mostra dentro e fuori dal campo. Come dimenticare il taglio a “mezzaluna” di Ronaldo nel 2002, la Romania del 1998, con i giocatori che si tinsero di biondo platino per festeggiare l’accesso agli ottavi di finale, o la famosa chioma riccioluta del colombiano Carlos Valderrama, protagonista addirittura di tre edizioni dei Mondiali? Ebbene, anche Russia 2018 non fa eccezione: tra i più chiacchierati troviamo sicuramente Neymar, presentatosi con una nuova capigliatura fatta da un vistoso e scombinato ciuffo biondo con i lati della testa rasati che il web non ha esitato a paragonare a un piatto di spaghetti. Hanno attirato le simpatie e attenzioni del pubblico anche il CT del Senegal Aliou Cissé e Román Torres, capitano del Panama, con le loro pettinature rasta, nel secondo caso anche qui con un tocco di biondo. Il giallo è anche il colore scelto da Yuto Nagatomo, ex difensore dell’Inter che è sceso in campo con il Giappone con i capelli platinati. Ha quasi sorpreso, al contrario, la sobrietà di Paul Pogba, che ci aveva abituato a tagli originali ma per l’esordio Mondiale si è presentato con dei semplici capelli corti del loro colore naturale.

La civiltà di senegalesi e giapponesi

Come già detto, la grande curiosità verso la Coppa del Mondo è dovuta anche all’incontro tra milioni di tifosi provenienti da ogni parte del globo, che portano ovviamente con sé le proprie tradizioni e modi di fare. Uno degli applausi più grandi dei primi giorni della competizione è andato ai sostenitori di Giappone e Senegal, che hanno visto le proprie nazionali battere rispettivamente Colombia e Polonia nello stesso giorno, martedì 19 giugno. Sarà per l’euforia legata al risultato, o più probabilmente per la grande civiltà e rispetto che li caratterizza, ma sia giapponesi che senegalesi sono stati ripresi a fine partita mentre ripulivano il proprio settore dalla sporcizia che, com’è normale, si era accumulata durante la loro permanenza allo stadio. Un gesto presto diventato virale e che, si spera, possa diventare abitudine di tutte le tifoserie, una volta terminato il Mondiale.

Iran, donne allo stadio dopo 40 anni

La Coppa del Mondo è da sempre un’occasione per riunire interi popoli, spingendoli insieme a tifare per la stessa ragione e mettere da parte, almeno momentaneamente, ostilità e problemi. Per molti, questo è un rito naturale che si pratica ogni quattro anni, per altri, tuttavia, è stato a lungo un miraggio. Il Mondiale di Russia 2018 sarà ricordato in Iran come quello che ha portato alla fine di un tabù: dopo la vittoria nella prima partita con il Marocco, infatti, la gara con la Spagna di mercoledì 20 giugno rappresentava una tappa cruciale per il percorso della nazionale. Per l’occasione, per la prima volta dal 1979, anno di insediamento della Repubblica Islamica, è stato consentito alle donne iraniane di assistere a una partita di calcio in un impianto pubblico: allo stadio Azadi di Teheran, infatti, era stato allestito un maxi schermo per trasmettere la sfida. L’Iran ha perso 1-0, ma le immagini delle moltissime donne accorse sugli spalti a sostenere la propria nazionale valgono più dei semplici tre punti.

Preghiera e capriola

Proprio durante Iran-Spagna le telecamere hanno catturato uno tra gli episodi più curiosi di questa prima fetta di Mondiale. Un gesto scaturito dalla fede e la speranza di un intero popolo, dopo una coraggiosa partita contro una delle nazionali più forti al mondo. Durante il terzo minuto di recupero, a una quindicina di secondi dalla fine, l’iraniano Milad Mohammadi si è ritrovato a battere una rimessa laterale di fondamentale importanza, nei pressi dell’area di rigore spagnola. L’obiettivo, con l’Iran in svantaggio per 1-0, era quello di lanciare il più lungo possibile alla ricerca di qualche compagno. Mentre si preparava all’esecuzione, milioni di schermi mostravano la sua tensione: un bacio al pallone, uno sguardo e un dito puntato al cielo, e infine la capriola per prendere lo slancio e battere la rimessa. Peccato che proprio sul più bello, forse non convinto della preparazione, il giocatore sia tornato sui propri passi, optando per un passaggio più semplice.

La Russia e i diritti delle minoranze sessuali

Ospitare un Mondiale significa anche apertura, condizione necessaria per gestire l’approdo nel proprio Paese di moltissimi tifosi di nazionalità diverse. Che la Russia non fosse tra i luoghi più gay-friendly al mondo, non era certamente una novità, proprio per questo quello della tolleranza e rispetto dell’omosessualità e non solo era stato uno dei temi più discussi nei mesi che avevano preceduto l’evento. Con l’occhio vigile della FIFA su di sé, il governo russo aveva in qualche modo promesso di mettere da parte qualsiasi tipo di discriminazione verso le persone non eterosessuali, con l’ambasciatore russo della Coppa del Mondo Alexei Smertin che aveva dichiarato: “Ci si potrà baciare e abbracciare quanto si vuole, entro dei limiti ragionevoli“. Tuttavia, il direttore del FARE (Football Against Racism in Europe) network Piara Power, aveva dichiarato che, pur avendo ricevuto assicurazioni sulla sicurezza delle persone dentro e fuori gli stadi, i tifosi con orientamenti sessuali differenti avrebbero fatto meglio a evitare gesti troppo affettuosi in pubblico, vista l’onda di attacchi ricevuti negli ultimi anni dalle minoranze sessuali in Russia. Le premesse di un evento aperto e tollerante cozzano poi con la decisione, nei primi giorni del Mondiale, di chiudere la Diversity House di San Pietroburgo, un luogo dove persone di ogni orientamento sessuale potevano ritrovarsi per guardare le partite. “Ci hanno detto di andarcene, tagliando l’elettricità e senza alcuna spiegazione”, ha rivelato un organizzatore alla BBC. Oltre a questo, in molte città russe è stata annunciata la presenza di vigilantes russi che pattuglieranno le strade da volontari al fine di scovare e segnalare le coppie gay che si baciano in pubblico alla polizia. “Per noi valgono i valori della chiesa ortodossa, e la famiglia è la cosa più importante”, ha dichiarato un volontario al canale Current Time.