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Vibrione del colera nelle cozze esportate da Italia a Malta

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Il Rasff, sistema d'allerta per la sicurezza alimentare, ha avvertito del possibile pericolo di un batterio nelle cozze esportate dall'Italia a Malta

Il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare (Rasff) ha lanciato l’allerta per la possibile presenza dei pericolosi batteri del Vibrio alginolyticus e Vibrio cholerae nelle cozze vive esportate dall’Italia a Malta.

Allarme Vibrione del colera nelle cozze

Cozze vive contaminate dal Vibrione del colera e presumibilmente già immesse sull’intero mercato nazionale. Non solo Salmonella o Escherichia coli: è delle ultime ore la notizia di una nuova allerta alimentare. Al momento, non si conoscono i lotti con cozze vive contaminate, in quanto riguarderebbero non solo la grande distribuzione, ma pescherie e mercati. Ad allertare le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei ed esteri circa la presenza del Vibrione del Colera è stato il Ministero della Sanità di Malta che ha prontamente avvisato le autorità sanitarie della Ue.

Il Rasff, conseguentemente, ha invitato i potenziali clienti a prestare la massima attenzione e a non consumare le cozze vive senza prima sottoporle al controllo dal Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della Asl locale. Le cozze sono organismi che filtrano tutto ciò che è contenuto nei mari nei quali vivono. Di conseguenza, se provengono da acque non perfettamente pulite, possono essere fonte di contaminazione batterica. Per questo motivo sarebbe preferibile evitare di mangiarle crude, sia a casa sia al ristorante. Solo con l’abbattimento e la cottura i batteri vengono inibiti e si evitano spiacevoli disturbi intestinali.

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Il Vibrio cholerae

Il batterio Vibrio cholerae si trasmette attraverso le feci e a contatto con la bocca, quando si ingeriscono acqua e cibi contaminati. L’infezione interessa il tratto intestinale e si manifesta con diarrea e vomito, causata da un batterio dalla particolare forma a virgola identificato per la prima volta nel 1859 dall’anatomista italiano Filippo Pacini. Finora sono stati individuati e studiati circa 155 sierotipi di vibrione. Tuttavia, solo due sono responsabili di epidemie.

Le manifestazioni del colera non sono sempre uguali. Si va da uno stato asintomatico alla diarrea. Solitamente compare dopo 24-48 ore di incubazione. La perdita di liquidi attraverso le feci diventa inarrestabile: sete, debolezza e ipotensione colpiscono i malati. Inoltre, la perdita di potassio può causare crampi muscolari. Sangue e mucose si disseccano. Nei casi più acuti e di massima criticità (non trattati tempestivamente) si può arrivare al coma. Quindi, per il trattamento del colera è necessaria la reidratazione.

Le cure

Gli antibiotici più usati sono la tetraciclina o la doxiciclina, ma anche la ciprofloxacina, il cloramfenicolo o l’eritromicina. Quando, 35 anni fa, il colera si manifestò a Napoli, sul banco degli imputati per l’infezione che provocò 24 morti salirono i mitili, in particolare le cozze. I molluschi, infatti, a causa della loro azione filtrante, accumulano al loro interno un buon numero di vibrioni. In tal modo, sfortunatamente, possono diventare un buon mezzo d’infezione se consumati crudi o poco cotti.

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In caso di scarsa pulizia, il rischio è che i mitili interessati dal richiamo possano esser commercializzati al di fuori dei canali legali, mettendo a grave rischio la salute dei consumatori. Mentre i molluschi acquistati esclusivamente attraverso “canali autorizzati all’interno di sacchetti con etichette che ne riportano la provenienza, possono essere acquistati in sicurezza“. Così ha evidenziato Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rilanciando le raccomandazioni del Servizio di Igiene degli Allevamenti e delle produzioni zootecniche.