Con l’arrivo dell’autunno, sono aumentati visibilmente i contagi di coronavirus in tutto il mondo, ma alcuni si chiedono se la portata della pandemia sarà peggiore della prima ondata, come fu per l’influenza spagnola.
Coronavirus e influenza spagnola: ondata peggiore?
Il dilemma resta e desta alcune preoccupazioni. Nel caso dell’influenza spagnola, infatti, la seconda ondata, avvenuta tra il settembrer e l’ottobre del 1918, fu peggiore della prima. Dopo che il virus parve attutirsi durante l’estate, ci fu un picco di casi improvviso con i primi freddi. Allora, il numero di morti fu stimato tra i 50 e i 100 milioni fino alla terza ondata della pandemia, attestata nel 1920. Guardando alle tempistiche, c’è chi teme uno stesso quadro nelle dinamiche di contagio. Il comportamento simile dei due virus è stato, peraltro, sottolineato dal direttore aggiunto dell’Oms, Ranieri Guerra: “La spagnola si comportò esattamente come il Covid, andò giù in estate e riprese ferocemente a settembre e ottobre” ha ricordato l’esperto a giugno scorso.
Gli esperti: “I casi di coronavirus sono in aumento”
Guardando alla cartina europea del contagio, è innegabile che in queste settimane si registri un evidente trend in salita. “È stato sttovalutato il fatto storico che tutte le pandemie hanno una seconda ondata, più pericolosa della prima” è stato il commento di Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute per la pandemia del coronavirus. Certo è che – va rilevato – oggi il tracciamento dei contagi e l’individuazione di eventuali cluster è molto più avanzato. Gli stessi esperti riconoscono che oggi siamo più pronti, rispetto a marzo e aprile, nel fronteggiare il virus. Ma i casi continuano a salire: e le cifre fanno pressuppore il timore di picchi nella seconda ondata, che dovremmo prontamente arginare per evitare un drammatico, secondo lockdown.