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Salvini riduce lo sciopero dei treni: “Danneggia gli italiani”. Ma i sindacati confermano la mobilitazione

Salvini riduce lo sciopero dei treni

Novità per lo sciopero dei treni di giovedì 13 luglio: Salvini riduce la durata della mobilitazione e scatena l’ira dei sindacati.

Matteo Salvini riduce la durata dello sciopero dei treni previsto per la giornata di giovedì 13 luglio e manda su tutte le furie i sindacati: il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha firmato un provvedimento di riduzione che anticipa la fine della mobilitazione dalle 02:00 di venerdì 14 alle 15:00 di giovedì.

Salvini riduce lo sciopero dei treni di giovedì 13 luglio 2023

Lo sciopero dei trasporti indetto per giovedì 13 luglio 2023 non avrà più una durata di 24 ore. Inizialmente, la mobilitazione doveva cominciare dalle 03:00 del mattino di giovedì e protrarsi fino alle 02:00 di venerdì 14 luglio. A seguito dell’intervento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tuttavia, gli estremi orari della protesta sono stati ridotti.

Il Mit ha inviato ai sindacati un provvedimento di riduzione della durata delle astensioni firmato dal ministro Matteo Salvini. Stando a quanto riferito tramite il provvedimento, lo sciopero termierà alle 15:00 di giovedì 13.

Stando a quanto riportato nella nota, il ministro ha deciso intervenire in considerazione della garanzia di riprendere subito le trattative sindacali su tutti i punti sui quali si fonda la mobilitazione. La volontà di riprendere con effetto immediato le trattative è maturata durante il tavolo che si è tenuto presso il dicastero di Porta Pia. “Non solo. Il Mit ha agito anche in base a una nota della Commissione Garanzia Scioperi”. Con queste parole, si chiude la nota diffusa dal ministero.

A fronte del contenuto della nota, al termine dell’incontro al Mit tra il ministro Salvini, Trenitalia, Italo e sindacati, le sigle sindacali di categoria Filt-Cigl, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal avevano confermato la mobilitazione del personale del settore ferroviario, ribadendo la durata di 24 ore dello sciopero.

La nota del Mit e il video di Salvini: “Lasciare a piedi un milione di italiani era impensabile”

“È stato inviato dal Mit ai sindacati un provvedimento di riduzione della durata delle astensioni già proclamate per domani, giovedì 13 luglio 2023, dalle 3 del mattino fino alle 2 di venerdì 14. Con il provvedimento firmato da Matteo Salvini lo sciopero terminerà alle ore 15. Il ministro ha deciso di prendere questa misura anche alla luce dell’assicurazione – maturata durante il tavolo convocato al dicastero di Porta Pia e di cui Salvini si fa garante – dell’immediata ripresa delle trattative sindacali su tutti i punti oggetto dell’agitazione. Non solo. Il Mit ha agito anche in base a una nota della Commissione Garanzia Scioperi”. È quanto si legge nella nota inviata ai sindacati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Contestualmente, il ministro Salvini ha postato un video sui social nel quale dichiara: “Ho appena firmato l’ordinanza che dimezza lo sciopero dei treni perché lasciare a piedi un milione di italiani, pendolari, lavoratrici e lavoratori un giovedì di luglio con temperature di 35 gradi era impensabile. Mi adopererò perché le aziende incontrino i sindacati per dare soddisfazione ai lavoratori delle ferrovie senza però lasciare a piedi centinaia di migliaia di italiani che non ne hanno colpa”.

Salvini riduce lo sciopero dei treni: la reazione dei sindacati

Filt-Cgil

“La precettazione è un’iniziativa, vergognosa, sbagliata e illegittima”, ha tuonato il segretario generale della Filt-Cgil Stefano Malorgio. E ha aggiunto: “Le proclamazioni degli scioperi sono a conoscenza del ministero dei Trasporti dall’8 e dal 22 giugno, in questi 34 giorni nulla è stato fatto per evitarli mentre vi era tutto il tempo e la disponibilità per farlo. Sul trasporto ferroviario e sul trasporto aereo sono stati convocati dal Mit solo oggi due tavoli con le controparti che non hanno prodotto nulla”, ha sottolineato il segretario generale della Filt.

“L’impressione generale è di un Ministero che prova a recuperare tempo perso quando ormai è troppo tardi. Treni e aerei sono già stati cancellati in previsione dello sciopero e quindi in ogni caso non saranno evitati i disagi ai viaggiatori che vanno imputati a chi ha portato le trattative a un punto morto. I lavoratori protestano per il rinnovo di due contratti nazionali e per una vertenza nella più grande azienda di trasporto del paese, altro che micro rivendicazioni come le definisce il Ministro e, se si fossero date risposte, avrebbero evitato di perdere salario con uno sciopero”, ha continuato Malorgio. “Le astensioni dal lavoro sono state dichiarate secondo le leggi vigenti, valuteremo in sede legale come rispondere all’iniziativa di comprimere il diritto costituzionale di sciopero”.

Sulla questione, è intervenuto anche il segretario nazionale Filt-Cgil Eugenio Stanziale che, al termine del tavolo al Mit tra Salvini e le aziende, ha affermato: “Il ministro ci ha chiesto se c’erano le condizioni per rinunciare allo sciopero, oggettivamente le condizioni non c’erano perché c’è un tempo per tutto e non si può pensare che lo sciopero venga disdetto poche ore prima che inizi. Noi andremo avanti con lo sciopero sperando che le aziende siano consapevoli che questo continuare a dilazionare non produce effetti positivi né per i lavoratori né soprattutto per gli utenti. Speriamo quindi che dopo lo sciopero siano in grado di rispondere alle nostre sollecitazioni – e ha aggiunto –. Le aziende ci hanno detto le stesse cose che hanno detto in questi ultimi mesi, quindi le condizioni per fermare lo sciopero non ci sono, anche se apprezziamo la volontà di trovare una soluzione”.

Uil trasporti

“La responsabilità dello sciopero è da ascrivere totalmente al comportamento delle aziende, sia Trenitalia sia Italo. In questi mesi non è stato fatto nulla di concreto per rispondere alle esigenze dei lavoratori”, ha dichiarato Roberto Napoleoni, segretario nazionale della non appena concluso il vertice al ministero. “Respingiamo le accuse di danneggiare i viaggiatori, tutelati da una normativa che, peraltro, è molto severa attraverso fasce di garanzia e treni garantiti”.

Fit-Cisl

“Non si può mettere il sindacato spalle al muro a dieci ore dallo sciopero e chiedere di rinviarlo quando tutto è stato fatto secondo le regole e secondo quello che prevede la legge. Quindi siamo pronti un minuto dopo la fine dello sciopero a presentarci ai tavoli e verificare se le carte, le dichiarazioni fatte dalle aziende, sono attendibili o sono, come al solito, parte del gioco che spesso e volentieri le aziende stanno facendo in questo periodo”, ha tuonato Gaetano Riccio della segreteria nazionale Fit-Cisl.

Sulla stessa scia anche il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, che ha asserito: “Mi pare che i margini non ci siano per la revoca dello sciopero di domani del trasporto ferroviario indetto dai sindacati. In ogni caso vengono assicurati e garantiti i treni a lunga percorrenza, così come anche i treni regionali sono garantiti su alcune fasce orarie: dalle sei alle nove e dalle 18 alle 21”.

Il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, poi, intervenendo sugli scioperi del trasporto ferroviario e dell’Handling aeroportuale in programma per giovedì 13 luglio, ha osservato: “Il ministro ha cercato di ribaltare le responsabilità del disagio che ricadrà sui cittadini. Dovrebbe porre il problema non a noi, ma alle aziende che non rinnovano i contratti nazionali e costringono i lavoratori a operare in condizioni di difficoltà”.