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Bufera su Sgarbi, Sangiuliano: “Sessismo e turpiloquio inaccettabili”. Pd: “Meloni intervenga”

Sangiuliano contro Sgarbi

Scoppia il caso MAXXI: il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è scagliato contro Vittorio Sgarbi e ha preso le distanze dal sottosegretario.

Tira aria di tempesta al ministero della Cultura dove il ministro Gennaro Sangiuliano ha categoricamente preso le distanze dal sottosegretario Vittorio Sgarbi, dopo le proteste di alcuni dipendenti del MAXXI. I lavoratori sono insorti non appena Repubblica ha diffuso un intervento del critico d’arte espresso durante una serata con Morgan.

Sulla vicenda, è intervenuto anche il presidente del museo Alessandro Giuli che si è scusato con i dipendenti, affermando di condividere il loro disagio. Il Partito Democratico, invece, ha fatto sentire la sua voce invocando l’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Sangiuliano contro Sgarbi: Sangiuliano: “Sessismo e turpiloquio inaccettabili”

“Sono da sempre e categoricamente lontano da manifestazioni sessiste e dal turpiloquio, che giudico sempre e in ogni contesto inammissibili e ancor più in un luogo di cultura e da parte di chi rappresenta le Istituzioni”, ha scritto il ministro della Cultura in una lettera inviata al presidente del Maxxi. Con la lettera, Sangiuliano si è scusato per quanto accaduto.

“La libertà di manifestazione del pensiero deve essere sempre massima e garantita a tutti, ma trova il suo limite nel rispetto delle persone. Anche le forme dell’espressione non devono mai ledere la dignità altrui. Le istituzioni culturali, e so che Alessandro Giuli è d’accordo con me, devono essere aperte e plurali ma lontane da ogni forma di volgarità. Chi le rappresenta deve mantenere un rigore più alto di altri”, ha aggiunto.

Pd: “Meloni intervenga”. M5S: “Dimissioni del sottosegretario”

La vicenda ha mandato su tutte le furie le opposizioni. Per il Pd, le scusa di Sangiuliano non sono sufficienti, come ha ribadito la capogruppo dem alla Camera Chiara Braga. “Non bastano le parole del Ministro Sangiuliano”, si legge nella nota diffusa dalla deputata.

“Non si può usare una grande istituzione culturale come platea per uno spettacolo indecoroso e offensivo delle lavoratrici e di tutte le donne. Chiediamo provvedimenti convinti che anche la Premier Meloni non può restare indifferente. Non è stata una goliardata, ma un episodio grave per linguaggio, tono e contenuto”, ha continuato. “Le affermazioni di Sgarbi al Maxxi sono inaccettabili e gravissime, segno di una regressione culturale preoccupante”.

Molto agguerrito anche il Movimento 5 Stelle che ha subito chiesto le dimissioni di Sgarbi. “Le parole di Sangiuliano sull’ennesimo show volgare e sessista di cui si è reso protagonista il suo sottosegretario Sgarbi sono apprezzabili”, hanno tuonato i parlamentari pentastellati che compongono la commissione cultura alla Camera e al Senato in una nota. “A questo punto, però, un ministro della Cultura che si rispetti dovrebbe trarre le conseguenze di quanto ha affermato. Se a suo dire in nome di una interpretazione distorta della libertà di espressione, Sgarbi avrebbe leso la libertà delle persone, allora deve dimettersi da sottosegretario. Sangiuliano, che ha scritto una lettera a Giuli per chiedere spiegazioni, prenda carta e penna e ne scriva un’altra a Vittorio Sgarbi per chiederne le dimissioni. Dimostri di avere senso delle istituzioni e di non lasciare che le parole se le porti via il vento”.

Il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli, invece, ha dichiarato di aver “dato mandato di citare in giudizio presso il tribunale civile l’onorevole Sgarbi, che mi ha accusato di essere lo ‘stupratore dell’Italia’, come da sua intervista su un quotidiano di oggi. Dalla Puglia, la presidente Meloni trovi la forza a tutela delle istituzioni di dire qualcosa”.

Non solo Sangiuliano contro Sgarbi. Giuli chiede scusa alle dipendenti del MAXXI

Oltre che da Sangiuliano, sono arrivate anche le scuse di Alessandro Giuli, presidente della fondazione MAXXI. In una dichiarazione al Tg1, il presidente della fondazione MAXXI Alessandro Guili, chiede scusa alle dipendenti del museo: “Non ho alcuna difficoltà a dirmi rammaricato e a chiedere scusa alle dipendenti e ai dipendenti del MAXXI con i quali fin dall’inizio ho condivido questo disagio e quindi sono scuse che il MAXXI fa a se stesso innanzitutto, e a tutte le persone che si sono sentite offese da una serata che nei presupposti doveva andare su un altro binario”, ha detto Giulia in una dichiarazione resa al Tg1, rivolgendosi soprattutto alle dipendenti del museo.

“Tutto nasceva con presupposti diversi: doveva essere una libera e mite conversazione tra un artista e un sottosegretario, durante la circostanza la discussione ha preso una piega diversa di fronte alla quale io, per quanto possibile, ho cercato di contenere gli esiti di quel possibile disagio che poi ne è nato”, ha aggiunto, ammettendo che mai si sarebbe aspettato che la serata avesse un simile esito. “In questo momento mi sento di sottoscrivere completamente e convintamente le osservazioni del ministro Sangiuliano e cioè che il turpiloquio e il sessismo non possono avere diritto di cittadinanza nel discorso pubblico e specialmente nei luoghi di cultura, quindi a posteriori non c’è spazio per alcuna considerazione che ricalchi lo schema che abbiamo visto nell’inaugurazione dell’estate al MAXXI”, ha concluso.

La difesa di Sgarbi: “Battute contro la cancel culture”

In merito all’accaduto, nei giorni scorsi, è intervenuto lo stesso Sgarbi. Il sottosegretario si è difeso dalle critiche asserendo che le sue “erano battute, erano giochi” pronunciate contro la “cancel culture”.

Sgarbi, inoltre, ha anche pubblicato un video su YouTube per condannare la “polemica innescata con dieci giorni di ritardo da Repubblica su un gioco, un divertimento, una festa, delle battute, un dialogo”. Nel video, si è rivolto pure alle “scandalizzate dipendenti del MAXXI” per affermare che “esiste anche la ninfomania”, e lo ha dimostrato leggendo un passaggio del San Giovanni, domandandosi se fosse necessario denunciare Mozart.

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