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Tema migranti al Consiglio europeo, il no di Polonia e Ungheria: Meloni prova a mediare

Meloni Giorgia

A Bruxelles Polonia e Ungheria si oppongono alla bozza di conclusioni sul tema migranti: richiesta di unanimità e contestazione della solidarietà obbligatoria. Meloni non cede

Bruxelles: Giorgia Meloni non si dà per vinta. Nella sua seconda e ultima giornata di lavori, il Consiglio europeo riparte dal tema migranti. Polonia e Ungheria si sono opposte alla bozza di conclusioni stilata da ministri e diplomatici: non sarà facile per la premier italiana trovare una mediazione di fronte alla richiesta di unanimità e alla contestazione della solidarietà obbligatoria prevista dal nuovo Patto. Ma ci prova lo stesso.

Il dissenso di Polonia e Ungheria

A quanto si apprende, è previsto per la mattina di venerdì 30 giugno un incontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i primi ministri polacco e ungherese Mateusz Morawiecki e Viktor Orban. Il Patto per le migrazioni e l’asilo – raggiunto l’8 giugno scorso dai ministri dell’Interno – prevede l’obbligo di solidarietà, con ricollocamenti o versamento di compensazioni. L’accordo era stato approvato a maggioranza qualificata, Varsavia e Budapest avevano espresso tuttavia già allora il loro dissenso. Morawiecki e Orban continuano a premere sull’unanimità: secondo la loro visione le questioni che riguardano le migrazioni non possono essere approvate solo a maggioranza, sulla base delle conclusioni del vertice di giugno 2018. Tuttavia, gli stessi uffici giuridici del Consiglio non prevedono che le conclusioni di un vertice sostituiscano il testo dai Trattati (che sui migranti permettono di legiferare a maggioranza qualificata).

Come ci si muoverà

A ogni modo, l’accordo andrà negoziato con il Parlamento e, trovato un compromesso, sarà necessario un nuovo voto finale al Consiglio Affari interni: per questo Polonia e Ungheria insistono sull’unanimità. I due Stati potranno ancora dire la propria ed eventualmente bloccare l’approvazione finale.