> > Scambio in culla, una delle mamme a I Fatti Vostri: il racconto della signora...

Scambio in culla, una delle mamme a I Fatti Vostri: il racconto della signora Paola

La vicenda dello scambio di culle è approdata a I fatti vostri

Dopo l'assurda vicenda dello scambio in culla una delle mamme trova il coraggio e si sfoga su Rai2: il racconto di Paola di quei minuti terribili

Scambio in culla, una delle mamme protagoniste dell’assurda vicenda che vede chiamata in causa la Poliambulanza di Brescia parla alla trasmissione I Fatti Vostri: il racconto della signora Paola ha tenuto il pubblico in studio e in tv di Salvo Sottile in scacco per tutto il tempo in cui la donna ha ripercorso la sua vicenda. 

Scambio in culla, una delle mamme racconta l’assurda vicenda nello studio di Salvo Sottile a I Fatti Vostri

Ma cosa era successo? Che a seguito di uno scambio la donna aveva allattato ed accudito per ore intere la bambina di un’altra puerpera, salvo poi accorgersi che quella neonata non era la stessa che lei aveva dato alla luce poco prima. I fatti sono di ottobre ma la coda giudiziaria che la signora Paola ha innescato con l’aiuto dell’avvocatessa Maria Cristina Tramacere è di questi giorni. 

La signora Paola e l’affettività post natale negata: adesso la donna vuole i danni

Perché? Perché la mamma ora valuta gli estremi per un risarcimento danni dato che è stata deprivata di momenti fondamentali ed irripetibili con la sua vera bambina. Ad accorgersi che la bambina non era la loro era stato il marito e la conferma era arrivata dalla presenza di un braccialetto con un altro nome sul fondo della culla sostituita mentre la signora Paola era in attesa di fare il tampone covid e di vedere sua figlia prelevata dal nido. 

Il braccialetto di un’altra bimba e i sospetti del marito: “Quella non è nostra figlia”

Ha spiegato la donna a Sottile: “In una videochiamata mio marito mi disse che la bambina sembrava un pochino più grande. Vidi che la bambina non aveva il braccialetto e controllai nella culla e lo trovai: non corrispondevano. Lì mi è venuto un tuffo al cuore. Non sapevo quale fosse la mia bambina”. La prova regina, ove mai ce ne fosse stato bisogno, sarebbe venuta dal test del Dna alle bambine, ma ci sarebbero voluti due mesi che in termini di legame affettivo sarebbero stati la “mazzata” definitiva, per madre e figlia. L’avvocata Tramacere ha chiosato la vicenda: “L’ospedale sta valutando ulteriori accertamenti del danno per capire se ci sono gli estremi per un risarcimento”.