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Schiaffo a Macron, 18 mesi all'aggressore. Il procuratore: "Un atto di violenza deliberata"

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Il tribunale ha condannato a 4 mesi di carcere più altri 14 con la condizionale l'uomo che ha dato uno schiaffo al presidente francese Emmanuel Macron.

Ben 18 mesi di carcere, di cui 14 sospesi con la condizionale e 4 di pena effettiva. È questa la condanna inflitta al 28enne che lo scorso 8 giugno ha dato uno schiaffo al presidente francese Emmanuel Macron mentre era in visita nel dipartimento della Drôme, nel sud del paese. A seguito dello schiaffo, Damien Tarel era stato immediatamente arrestato dalle forze dell’ordine li presenti e accusato di “Violenza intenzionale nei confronti di una pubblica autorità”. Un reato questo che è punibile con un massimo di 3 anni di carcere e fino a 45mila euro di multa.

Schiaffo al presidente Emmanuel Macron, 18 mesi all’aggressore

Secondo il procuratore della repubblica di Valence, quello di Tarel è stato un gesto “assolutamente inammissibile” e “un atto di violenza deliberata” contro un pubblico ufficiale. Nel frattempo però, lo stesso presidente Macron ci ha tenuto a minimizzare la reale portata del gesto, affermando che la Francia ormai non è più vittime di quel clima di tensione che aveva caratterizzato il periodo delle proteste dei gilet gialli: “Non facciamo dire a questo gesto imbecille e violento più di quanto non si debba dire bisogna relativizzare, pur non banalizzando nulla. La vera violenza non è questa.

Il 28enne autore del gesto avrebbe inoltre riferito ai giudici come a suo dire il presidente Macron: “Rappresenti molto chiaramente la decadenza del nostro paese”. Poco prima di schiaffeggiarlo infatti, Tarel avrebbe urlato: “Montjoie, Saint-Denis”, il grido di battaglia dell’esercito francese durante la monarchia, e “à bas la Macronie” con Macronie che è un termine dispregiativo per definire la presidente di Emmanuel Macron.