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"Sextortion": come evitare la cyber-truffa

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La Polizia di Stato lancia l'allarme Sextortion, il ricatto sessuale in rete. E gli esperti offrono alle potenziali vittime consigli di prevenzione

La Polizia di Stato lancia l’allarme “Sextortion”, un fenomeno in costante ascesa nel nostro Paese. Si tratta di una pratica piuttosto semplice utilizzata dai cyber criminali per estorcere denaro alle povere vittime. Il malcapitato viene generalmente adescato sui social con falsi profili, convinto a mandare video o foto osé e poi ricattato.

Un fenomeno in rapida ascesa

Attenzione alla #Sextortion avvertono gli esperti di cyber-criminalità dalla pagina Facebook “Una vita da social”. L’aumento esponenziale dei casi di ricatto sessuale online in Italia ha fatto sì che le autorità si adoperassero per cercare di combattere la criminalità anche attraverso una corretta informazione. Così è nata l’idea di offrire consigli e avvertimenti a tutti gli utenti del web per un’utilizzo più consapevole delle piattaforme digitali.

Il fenomeno della “sexy truffa” divenne di rilievo nel nostro Paese nel 2013, anno in cui si registrarono 225 casi, da allora i dati si sono moltiplicati. Basti pensare che nella sola Brescia sono state cinque le segnalazioni giunte alla Polizia postale nel giro di qualche giorno. E questi sono solo i casi di cui si ha notizia. Il fenomeno sembra inoltre piuttosto generalizzato, vi sono state truffe a Bolzano, ma anche in Toscana, Sicilia e Campania.

Sextortion: cos’è e come funziona

Così come generalizzato sembra anche il funzionamento di questa truffa che segue sempre lo stesso schema. Si viene contattati su qualche social network da un intrigante profilo (falso), all’utente pescato nella rete si propone subito di “divertirsi un po’” via chat. A quel punto la conversazione si sposta su Skype e l’ignara vittima viene convinta ad inviare un po’ di materiale, foto e video, che la ritraggano in versione hot. In alcuni casi si può perfino incappare in un reale rapporto sessuale a distanza. Ma solo dopo qualche minuto si impatta contro la cruda realtà. La vittima viene ricontattata dal ricattatore con la minaccia di diffondere sul web foto e video delle prestazioni erotiche.

Gli esperti fanno chiarezza anche sul metodo di selezione delle vittime utilizzato dai cyber criminali. Due sono i fattori che pesano maggiormente nel processo selettivo: situazione famigliare e credibilità professionale. Il candidato ideale dovrà preferibilmente essere benestante, avere una famiglia e un buon lavoro. Una condizione che lo renda appunto ricattabile sotto ogni punto di vista. Nella maggior parte dei casi l’adescato cederà al ricatto per la paura che il proprio “peccato” possa essere rivelato compromettendo la propria immagine pubblica.

Tutti i consigli per difendersi

Il Ministero della Giustizia in collaborazione con Facebook ha lanciato la campagna “Pensa prima di condividere” allo scopo di contrastare il fenomeno della Sextortion con consigli di prevenzione. Il primo suggerimento è quello di non accettare amicizie da persone che non si conoscono direttamente. Ma se proprio non si riuscisse ad evitare e per caso si dovesse finire nella rete dei ricattatori la prima cosa da fare sarà denunciare tutto alle autorità competenti.

Pagare avvertono gli esperti sarebbe l’errore più grande, avvierebbe una spirale interminabile di ricatti senza mai aver certezza che il filmato o le foto vengano eliminate.