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Sirene a Tel Aviv, il cancelliere Scholz portato in un rifugio: evacuato l’areo del Governo tedesco

Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz

Le sirene suonano a Tel Aviv dopo l’attacco all’ospedale di Gaza: il cancelliere Scholz, in visita in Israele, è stato portato in un rifugio.

Il suono delle sirene sta facendo vibrare l’aria a Tel Aviv e, al contempo, sta seminando il panico tra i cittadini e non solo: il pericolo di un imminente attacco missilistico da parte di Hamas ha allertato il Governo israeliano che si è attivato e ha portato il cancelliere tedesco Olaf Scholz in visita nel Paese in un rifugio antiaereo.

Sirene a Tel Aviv, il cancelliere tedesco Scholz portato in un rifugio

La situazione sta rapidamente precipitando dopo il bombardamento dell’ospedale battista situato nel centro di Gaza City che ha causato centinaia di morti: mentre le sirene suonano a tutto volume a Tel Aviv e l’aereo del governo tedesco è stato evacuato, il cancelliere tedesco Olaf Scholz in visita in Israele è stato portato al sicuro in un rifugio antiaereo.

Il leader tedesco era arrivato a Tel Aviv proprio nella giornata di martedì 17 ottobre per dimostrare il sostegno di Berlino a Israele. “La mia è una visita ad amici. La Germania è fermamente al fianco di Israele”, ha scritto sui social Scholz poco dopo il suo arrivo nel Paese.

Stando alla sua agenda, il cancelliere dovrebbe poi recarsi, nella giornata di mercoledì 18, in Egitto, per incontrare al-Sisi. “Si tratta di proteggere la popolazione civile nella Striscia di Gaza ed evitare l’espansione del conflitto”, ha aggiunto.

Dalla Turchia alla Giordania, i civili scendono in piazza per protestare contro l’attacco all’ospedale di Gaza

Il caos non è scoppiato solo in Israele dopo il raid contro l’ospedale battista di Gaza City. Sono diversi, infatti, i Paesi del Medio Oriente in cui si stanno registrando disordini e mobilitazioni.

In Turchia, ad esempio, una nutrita folla si è riunita e sta marciando verso il consolato israeliano che ha sede a Istanbul. Mentre il corteo avanzava, la polizia ha rapidamente provveduto a istituire posti di blocco sulla strada e ha chiuso alcune delle principali vie che conducono al consolato.

Intanto, il Ministero degli Esteri turco ha diramato un comunicato con il quale ha condannato la distruzione dell’ospedale a Gaza descrivendo l’operazione come un “attacco barbarico”. “Siamo profondamente indignati per il fatto che centinaia di palestinesi abbiano perso la vita e molti altri siano rimasti feriti a causa dell’attacco a un ospedale a Gaza, e condanniamo questi barbari attacchi nei termini più forti”, si legge nella nota.

Per effetto della strage al Baptist Hospital di Gaza City, anche in Giordania si sono verificate numerose manifestazioni volte a contestare l’operato di Israele. In particolare, le autorità locali hanno riferito di vaste proteste in corso nella zona dell’Ambasciata israeliana ad Amman.

L’obiettivo dei protestanti che si sono accalcati nella capitale giordana è quello di assaltare l’Ambasciata israeliana.

In Cisgiordania, invece, si stanno verificando manifestazioni e scontri tra i palestinesi e le forze di sicurezza palestinesi, supportate dall’ISF israeliana. Le proteste più violente stanno avendo luogo nelle città di Hebron e Ramallah dove migliaia di palestinesi si sono riversati in strada.

Il Medio Oriente contro il raid israeliano

Analogamente alla Turchia, anche l’Iran è intervenuto sulla vicenda pronunciando affermazioni simili. Il Paese, infatti, ha condannato la morte e il ferimento di centinaia di “persone disarmate e indifese”, stando a quanto riportato dai media statali iraniani. Lo stesso Ministero degli Esteri iraniano, inoltre, ha bollato il raid israeliano come “un feroce crimine di guerra”.

“L’espansione degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza per includere ospedali, scuole e altri centri abitati è una pericolosa escalation”, si legge poi in una dichiarazione diffusa dal Ministero degli Esteri del Qatar.

Tanto l’Egitto quanto la Giordania, ancora, hanno duramente condannato l’attacco “nei termini più forti possibili”.

A seguito della tragedia a Gaza City, poi, Libano, Iran e Iraq hanno deciso di dichiarare per mercoledì 18 ottobre una giornata di lutto nazionale per ricordare le numerose vittime dell’esplosione all’ospedale Al-Ahli.

Intanto, a Beirut, i manifestanti hanno assaltato il palazzo dell’Onu situato nella città libanese per quanto accaduto all’ospedale di Gaza. I vandali accusano Israele del crimine.