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Sparatoria nella pusher street di Copenaghen: un morto e cinque feriti

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Sparatoria scuote il centro cittadino, il bilancio è drammatico: una persona e morta, cinque i feriti

Una sparatoria ha scosso il centro di Copenaghen. Un morto e cinque feriti è il bilancio dell’ennesima battaglia di una guerra tra spacciatori, in quello che è un tempo era il quartiere hippy autogestito e indipendente dalle autorità governative locali.

Sparatoria a Copenaghen: la guerra degli spacciatori

A inizio agosto sono esplose le ennesime rimostranze dei residenti del quartiere Christiania a Copenaghen, infestato dalle violenze e dalle rivalità tra spacciatori. Gli abitanti avevano chiuso quella che alle autorità è nota come “strada dei pusher”. È in questo reticolo urbano che si annidano violenze e rivalità tra venditori di stupefacenti. È qui che la guerra tra spacciatori è deflagrata in una sparatoria, che oggi ha provocato la morte di un uomo di 30 anni e il ferimento di altre 5 persone.

Christiania: da quartiere esperimento negli anni ’70 a via dello spaccio

Christiania è una comunità nel cuore della capitale danese, nota anche come Città Libera di Christiania, dal danese Fristaden Christiania, o anche Staden. È un quartiere parzialmente autogovernato con lo status semi-legale di comunità indipendente.

Questo quartiere venne fondato nel 1971 e istituito come esperimento di comunità indipendente. Nacque a seguito dell’occupazione di una base navale dismessa di Copenaghen, a opera di un gruppo di hippy.

All’epoca i movimenti giovanili hippy o hippie diventarono punto di riferimento di una sottocultura di gruppi noti anche come “figli dei fiori”, derivanti dalla Beat Generation. Predicavano il pacifismo, la rivoluzione sessuale e il consumo di droghe dagli effetti psichedelici come strumento di libertà.

Oggi di quella cultura è rimasto ben poco. La pusher street, totalmente autogestita, sembra sfuggire al controllo delle autorità. Lo spaccio di droga è un’attività fortemente concorrenziale, che produce sempre più soldi, e sfocia in disordini, violenze e regolamenti di conti, arrecando così danno alla quiete del quartiere e alle attività fiorenti dell’artigianato e della cultura.