> > Caso Lukaku, Lillian Thuram: "Italia sessista, omofoba e razzista"

Caso Lukaku, Lillian Thuram: "Italia sessista, omofoba e razzista"

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"Non è razzista il mondo del calcio, ma che c’è razzismo nella cultura italiana, francese, europea e più in generale nella cultura bianca".

L’ex difensore Lillian Thuram è diventato negli ultimi anni il simbolo della lotta contro il razzismo. Di fronte agli ultimi episodi registrati alla Sardegna Arena nel corso del match tra Cagliari e Inter, Romelu Lukaku è stato attaccato dai tifosi. In sua difesa era già intervenuto il team della squadra sarda con un comunicato ufficiale. Anche Thuram, però, ha voluto esprimere la sua opinione sul caso Lukaku: “Da anni si parla e non si fa niente” avrebbe lamentato.

Caso Lukaku, parla Thuram

Ai microfoni del Corriere dello Sport è intervenuto Lillian Thuram, l’ex difensore ora impegnato nella lotta contro il razzismo. Sul caso Lukaku, insultato dai tifosi durante la partita Cagliari-Inter, Thuram ha ribadito: “Cosa possono imparare (i tifosi italiani ndr.) se da tanti anni si parla e non si fa niente? Per imparare bisogna muoversi, prendere delle decisioni per risolvere il problema. Se non viene fatto niente, si dà il diritto di continuare a chi si comporta in un certo modo. Chi comanda evidentemente non considera gravi i “buu” e il razzismo”. “C’è tanta gente che parla, sottolinea la necessità di cambiare e poi non fa niente – continua-. E per me chi non fa niente, vuol dire che è d’accordo con quelli che fanno “buu”. Qualcuno si arrabbierà per le mie parole, ma la penso così. Se ti dà fastidio una cosa, fai di tutto per cambiarla”.

“Da quanti anni ci sono questo tipo di reazioni dopo fatti simili? Alla fine tutti pensano che sia una cosa grave, ma una soluzione va ancora trovata. Se per tanti anni ne parla, ma non si riesce a fare niente, vuol dire che c’è un’ipocrisia tremenda e che manca la volontà di risolvere il problema”. L’Italia, quindi è un paese razzista? “Per un italiano è difficile dire che l’Italia è razzista. Idem per un francese con la Francia e così via. Non è facile vedere le cose come sono realmente quando sei emotivamente coinvolto. L’Italia è sessista, omofoba e razzista come quasi tutti i Paesi. Chi dice che c’è più razzismo in Italia rispetto alla Francia o altrove sbaglia. A me l’Italia piace: da voi ho vissuto bene, ho amici e tornerò sempre volentieri”.

Il caso europeo

Mentre gli italiani proseguono con i loro comportamenti razzisti e xenofobi, Thuram fa un paragoni con altri pesi europei. “In Francia per esempio gli arbitri interrompono le partite in caso di atteggiamenti contro l’omosessualità sugli spalti: sospendere la gara e mandare le due formazioni negli spogliatoi vuol dire educare la gente. In Italia non mi ricordo di prese di posizione così forti”. “Una cosa del genere è successa in Inghilterra a Pogba che sui social network è stato offeso. C’è stato un allenatore che ha fatto un’uscita ipocrita affermando che bisogna boicottare i social perché certi comportamenti non erano tollerabili, ma quello stesso tecnico in passato sosteneva che le gare non si dovevano fermare in caso di “buu”. Tutti dicono “Facciamo qualcosa”, ma nessuno fa davvero qualcosa. E i razzisti credono di avere ragione”.

Nel nostro paese il problema è chiaro: “Quando si parla del razzismo bisogna avere la consapevolezza che non è razzista il mondo del calcio, ma che c’è razzismo nella cultura italiana, francese, europea e più in generale nella cultura bianca. I bianchi hanno deciso che sono superiori ai neri e che con loro possono fare di tutto”. Purtroppo, prosegue, “è una cosa che va avanti da secoli. E cambiare una cultura non è facile”.

Seedorf su Instagram

Anche Seedorf si è dichiarato d’accordo con le parole di Thuram e ben presto lo chiamerà per parlarne. Questo è quanto si legge dal suo account ufficiale di Instagram. “Positivo che i neri parlino di trovare una soluzione a questa vicenda, ma bisogna far capire alla gente che i neri non hanno un problema” conclude l’ex difensore Thuram.