Mattia Del Zotto, questo il nome dell’organizzatore della strage ‘del Tallio‘. Ventisette anni, questa l’età di Mettia, il ragazzo che con il Tallio avrebbe avvelenato i suoi parenti. Dagli ultimi aggiornamenti, pare che la strage fosse stata organizzata da tempo e che il movente fosse di tipo religioso. Il suo avvocato, Silvia Letterio, ha richiesto al pm che il 27enne di Nova Milanese venga sottoposto ad una vera e propria perizia psichiatrica.
‘Erano impuri’
Nova Milanese, il piano premeditato di Mattia Del Zotto pare sia andato a buon fine. O almeno questo è quanto affermato dallo stesso durante il suo interrogatorio. L’avvelenamento dei parenti, nonni compresi, era stato premeditato mesi prima. Mattia ha passato mesi a vagliare i nomi delle varie aziende distributrici di componenti chimici e una volta trovata quella giusta a Padova, avrebbe fatto richiesta sotto falso nome.
Mattia aveva però già provato altre due volte ad impossessarsi del prodotto, ma una volta veniva richiesta la motivazione dell’utilizzo di tale prodotto e nell’altro caso la tracciabilità del pagamento. Con l’azienda chimica di padova, invece, è filato tutto liscio, a settebre è riuscito ad acquistare 60 grammi di Tallio in sei boccette, pagando 300 euro in tutto. I carabinieri avrebbero trovato le ricevuto d’acquisto, email di contatto tra l’azienda e Del Zotto e delle conversazioni telefoniche. Ma perchè organizzare un tale atto? Per Mattia, i nonni, gli zii, tutti coloro che ha ucciso e che ha avvelenato erano impuri.
Mattia del Zotto
Mattia durante il suo interrogatorio avrebbe confessato gli omicidi e senza far appello al suo diritto di rimanere in silenzio. Ha confessato di aver messo il veleno nel cibo che sapeva essere consumato abitualmente da zii e nonni e di aver approfittato della vicinanza delle abitazioni per muoversi con agilità. Secondo la testimonianza della mamma, Mattia non frequentava da più di un anno i nonni e ancor meno gli zii; con loro non aveva un buon rapporto e con i genitori non dialogava molto.
Secondo le testimonianze dei famigliari, Mattia Del Zotto ha passato l’ultimo anno lontano da tutto e tutti, chiuso nella sua camera con la sola compagnia di internet. Alle forze dell’ordine avrebbe dichiarato, durante le due ore di interrogatorio, di non voler collaborare con le indagini e di non voler svelare il vero motivo degli omicidi e degli avvelenamenti. Secondo il suo avvocato, il movente sarebbe da ricercare nella sua personale interpretazione dell’ebraismo e di una sua particolare visione del mondo e della realtà.