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Strage di Erba, Azouz Marzouk condannato per diffamazione

I coniugi Rosa e Olindo a processo

Cosa ha valutato il giudice nel raddoppiare la pena con cui Azouz Marzouk è stato condannato per diffamazione

Secondo quanto stabilito dal giudice di Como Veronica Dal Pozzo che ha motivato la sentenza avrebbe attribuito un fatto non corrispondente al vero, perciò per la strage di Erba Azouz Marzouk è statp condannato per diffamazione. L’uomo avrebbe detto cose false dei fratelli Castagna alimentando “tesi innocentiste sulla strage”. Per Marzouk è arrivata una condanna a due anni e mezzo per diffamazione aggravata nei confronti degli ex cognati Beppe e Pietro Castagna, fratelli di Raffaella Castagna.

Azouz Marzouk condannato per diffamazione

La Castagna era una delle vittime della strage di Erba avvenuta l’11 dicembre del 2006 per la quale furono condannati i coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano e sulla quale si fa concreta una possibilità di revisione del processo. In quel terribile fatto di sangue morirono Raffaella Castagna, Paola Galli, il piccolo Youssef Marzouk di 2 anni e mezzo e la vicina di casa Valeria Cherubini. A parere della toga ed in punto di Diritto Marzouk avrebbe avuto una “condotta diffamatoria di gravità estrema” nei confronti dei familiari delle vittime, alimentando “tesi innocentiste sulla strage”. Ma cosa si contestava di preciso all’uomo? Azouz Marzouk aveva affermato in alcune interviste che dietro la strage potesse esserci un movente di tipo economico, lui quindi sosteneva l’innocenza dei coniugi Romano e chiedeva di indagare su persone vicine all’ex compagna Raffaella Castagna.

Cosa aveva detto il condannato nel 2019

Aveva detto Azouz nel 2019: “Mio figlio Youssef conosceva l’assassino. Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggere le carte per capire che qualcuno voleva la sua eredità”. Il giudicante ha motivato la sua scelta di raddoppiare la pena richiesta dal pm perché nell’intervista appare chiaro il riferimento alla famiglia della vittima. La condotta di Marzouk sarebbe grave quindi sotto due profili. “L’accusa ai parenti proviene dall’ex cognato e si inserisce nel fluire di una corrente innocentista sulle responsabilità della strage. Il tutto si è convertito in una vera e propria campagna di disinformazione. fatta di allusioni sibilline ed eclatanti denigrazioni brutalmente lesive della reputazione dei fratelli Castagna”. E quelle affermazioni sarebbero state fatte “nella consapevolezza della falsità delle accuse”.