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Studio italiano su covid e cervello: il virus lo danneggia o ne modifica la morfologia

Uno studio italiani indica il legame fra Covid ed alterazioni del cervello

Studio italiano su covid e cervello: dopo analisi su un campione di 904 pazienti si è appurato che il virus lo danneggia o ne modifica la morfologia

Pubblicato sulla rivista Neurological Sciences lo studio italiano che fa luce sui legami fra covid e cervello, con il virus che lo danneggia o ne modifica la morfologia: l’università di Brescia e l’Istituto Neurologico Besta di Milano hanno accertato il legame fra coronavirus e salute neurologica con esiti alquanto preoccupanti. Perché? Perché da quello studio emerge come il cervello sia una sorta di “bersaglio preferito” del coronavirus.

Studio italiano su covid e cervello, il “bersaglio preferito” del virus

Sono stati presi in esame alcuni sintomi della fase post acuta, di quel momento cioè in cui l’organismo combatte con gli “strascichi” dell’infezione. I risultati dello studio italiano sono stati discussi durante il primo webinar del forum internazionale Pills of Psychiatry and Neurology 2021. E l’analisi Covid Next conferma una cosa: la sindrome neurologica post Covid arriva a riguardare fino al 70% dei pazienti che hanno avuto “sintomi medio gravi”.

I sintomi medio gravi emersi dallo studio italiano su covid e cervello

Di cosa parliamo? Di disturbi di memoria, bassa concentrazione, disturbi severi del sonno e dell’umore, il tutto riconducibile addirittura a possibili alterazioni della morfologia del cervello provocate proprio dal Covid. In alcuni pazienti si è addirittura riscontrata una “riduzione volumetrica di aree chiave del cervello”. Gli scienziati italiani hanno operato su 904 pazienti con infezione da Covid-19 e “concomitanti disturbi neurologici di nuova diagnosi”. L’età media era di 68 anni e il 57,5% era costituito da soggetti maschi.

Cosa è stato riscontrato nei pazienti sottoposti allo studio italiano su covid e cervello

La sindrome respiratoria acuta grave si è verificata nel 35,9% di loro. E “le nuove diagnosi neurologiche più comuni siano state: Iipogeusia per il 21,1%, iposmia (20,5%), ictus ischemico acuto (19,6%), delirio (14,4%), cefalea (12,3%), deterioramento cognitivo (11,3%), comportamento anomalo o psicosi (8,9%), convulsioni (5,9%), sindrome di Guillain-Barrè (5,1%), encefalopatia grave con stupore o coma (3,7%), vertigini (3,0%), encefalite (2,3%) e ictus emorragico (2,3%)”.