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Stupro di gruppo, ragazzi assolti: "La vittima sorrideva"

stupro di gruppo

I due imputati 25enni coinvolti nello stupro di gruppo di Posillipo sono stati assolti, perché la vittima sarebbe stata consenziente

I due giovani di 25 anni, frequentanti della ‘Napoli bene’, coinvolti nello stupro di gruppo avvenuto a Posillipo nel 2013 sono stati assolti. Alla base di questa assoluzione in primo grado c’è un video, girato con un telefonino, nel quale è documentata la ‘non’ violenza. Infatti, nel filmato, si vede la ragazza sorridere. Questo atteggiamento è stato ritenuto dai giudici come segno di consenso. Quindi non è stato stupro. Inizialmente, per i due imputati era stata chiesta una condanna di nove anni.

Stupro di gruppo inventato

Clamoroso colpo di scena nell’ambito dello stupro di gruppo avvenuto a Posillipo nel 2013. I due ragazzi, accusati di aver violentato una ragazza, sono stati entrambi assolti, senza esitazione, da Beatrice Sasso, Umberto Lucarelli e Settimio Cocozza, componenti dell’11ma sezione del Tribunale di Napoli.
I giudici hanno scritto nella sentenza che il caso vede protagonisti giovani studenti che sono soliti frequentare le aree della Napoli bene. Nonostante godano di un discreto livello socioculturale ed economico, dimostrano tuttavia di non coltivare rispetto e interesse per valori sociali e sentimentali di più alto profilo, quanto piuttosto la propensione a praticare superficiali e occasionali rapporti con coetanei, in una complessiva pochezza e miseria di aspirazioni, intenti e aspettative.

Tuttavia, gli elementi emersi non sono sufficienti per condannare i due ragazzi di 25 anni. Quello non sarebbe stato uno stupro di gruppo. A rafforzare, in modo decisivo, questa tesi, il video girato col telefonino. Nel filmato, la ragazza, all’epoca 18enne, sorride. Questo elemento è stato giudicato molto rilevante. Pertanto, i giudici hanno ritenuto che il tutto sia avvenuto in pieno accordo con la ragazza.

stupro di gruppo

Il racconto

Il fatto ha avuto luogo nel dicembre dell’anno 2013. La ragazza aveva esposto denuncia sulla vicenda dopo due mesi, alla fine del febbraio 2014. A spingerla a fare ciò, sarebbe stata un’amica di lei. Secondo quanto raccontato dalla ragazza, la giovane era incontrata col fidanzato a casa di un amico comune, questi a sua volta lì con la ragazza. Con loro c’era anche un altro giovane. Stando alla sua versione dei fatti, dopo essersi appartata col suo fidanzato, la ragazza si accorse della presenza dell’altro giovane. A quel punto sarebbe stata costretta ad avere rapporti con entrambi. Non solo, la ragazza ha dichiarato di essere anche stata picchiata.

Non esistono però referti medici sulla vicenda. Inoltre, la presunta vittima non si rivolse alla polizia nell’immediato. Anche per questo, i giudici non hanno dato troppo credito al racconto della giovane, che desta loro più di una perplessità.
Infatti, il racconto sembra zoppo per un’effettiva intrinseca coerenza. Per di più, nella sua versione, appaiono frasi che denotano segnali di accondiscendenza da parte della stessa ragazza. Questi segnali sono stati fortemente evidenziati più di una volta dallo stesso pm nel corso dell’esame testimoniale. La ragazza aveva provato a spiegare ciò adducendo un senso di spossatezza e stanchezza che la avrebbe pervasa.