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Sud Sudan, missionario e vescovo italiano ferito alle gambe in un agguato

Agguato Sud Sudan

Un missionario e vescovo italiano è stato ferito alle gambe in un agguato in Sud Sudan: sarà sottoposto ad una trasfusione.

Padre Christian Carlassare, missionario e vescovo italiano della diocesi di Rumbek in Sud Sudan, è stato ferito alle gambe in un agguato perpetrato da due uomini armati che nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 aprile 2021 hanno fatto irruzione nella sua abitaizione. Trasportato in ospedale, è in condizioni stabili ed è riuscito a rassicurare la famiglia. 

Agguato in Sud Sudan

L’aggressione ai danni del religioso, originario di Schio, è avvenuta intorno alle 2 del mattino. I due malviventi sono entrati nella sua casa e gli hanno sparato alle gambe per poi darsi alla fuga. Christian ha perso molto sangue e i medici del Cuamm si stanno prendendo cura di lui nell’ospedale di Rumbek, ma presto lo trasferiranno nella capitale Juba e poi a Nairobi dove sarà sottoposto ad una trasfusione

Agguato in Sud Sudan: le condizioni del vescovo ferito

Cosciente e sofferente, il missionario è riuscito a telefonare direttamente alla famiglia per informarla dell’accaduto. Al responsabile dei Missionari Comboniani in Italia ha così affermato: “Pregate non tanto per me ma per la gente di Rumbek che soffre più di me“. La stessa associazione ha cercato di ipotizzare i motivi dell’agguato.

Probabilmente, hanno spiegato i padri Comboniani, qualcuno non aveva accettato che un giovane venuto da lontano e che avesse lavorato per anni con l’altro gruppo etnico preponderante nel paese, i Nuer, fosse stato scelto proprio per guidare la diocesi. La sua accoglienza da parte dei fedeli della diocesi di Rumbek era avvenuta soltanto da dieci giorni

Agguato Sud Sudan: chi è Padre Christian

Christian Carlassare era stato nominato vescovo da Papa Francesco lo scorso 8 marzo diventando il più giovane italiano a ricoprire rale carica. Guidava la diocesi di Rumbek, nata nel 1975 e guidata, prima di lui, anche da Cesare Mazzolari, missionario comboniano morto nel 2011 una settimana dopo la dichiarazione dell’indipendenza del Sud Sudan. Il missionario avrebbe dovuto essere ordinato vescovo a fine maggio.

Poche settimane fa aveva dichiarato al blog Nigrizia il suo sogno, vale a dire “che i giovani del Sud Sudan possano realizzare i loro sogni. Che non siano costretti a darsi alle armi o a lasciare il paese. Che possano studiare e trovare un lavoro che costruisca il futuro e dia stabilità al paese“. Il missionario sogna altresì che le giovani ragazze del paese possano emanciparsi e non essere totalmente dipendenti dai loro capi famiglia.