Ornella Vanoni non era solo una voce inconfondibile della musica italiana, ma anche un’artista capace di affrontare la vita e la morte con ironia e coraggio. La sua scomparsa segna la fine di un’era, ma il suo spirito, tra leggerezza e profondità, resta vivo attraverso la musica, le parole e le amicizie che ha coltivato con passione.
Ecco l’ultima decisione per il suo funerale.
Ornella Vanoni: l’ironia sulla vita e sulla morte
Ornella Vanoni aveva un talento raro: riuscire a parlare della morte con leggerezza, trasformando un tema doloroso in un momento di ironia che nessun comico avrebbe potuto eguagliare. “A Natale non ci arrivo”, scherzava, e oggi queste parole suonano quasi profetiche. La sua capacità di mescolare ironia e malinconia ha reso il concetto di morte meno spaventoso, senza sminuirne il dolore.
La cantante è scomparsa la sera del 21 novembre nella sua abitazione milanese, città in cui sono stati organizzati la camera ardente e i funerali, come aveva meticolosamente pianificato. “La bara deve costare poco perché tanto va bruciata. Poi buttatemi nel mare, quello che vi pare. Mi piacerebbe Venezia però fate come volete. Il vestito ce l’ho, è di Dior, fa una bella figura…”, aveva raccontato Vanoni da Fabio Fazio, confermando ancora una volta la sua visione ironica e concreta della vita e della morte.
“Suonerò al suo funerale”. Ornella Vanoni, il commovente annuncio del suo grande amico
L’ultima volontà di Ornella ha un volto preciso: Paolo Fresu, trombettista e compositore che per oltre trent’anni ha condiviso con lei esperienze artistiche e umane. “E non c’è niente di più triste, in giornate come queste, che ricordare la felicità. Ciao Ornella”, ha scritto Fresu, ricordando il loro legame. Nel maggio del 2020, davanti alla scuola del figlio del musicista, Vanoni gli aveva chiesto di suonare al suo funerale, indicandogli persino il brano da eseguire.
La loro collaborazione ha raccontato l’essenza di Vanoni: una donna che “abborriva l’ovvietà e il banale” e che sapeva frantumare “il sottile equilibrio tra arte e vita”, trasformando il palcoscenico in casa dei sentimenti umani. Fresu ricorda la sua fragilità prima di ogni esibizione: “Tremava come una foglia prima di salire sul palco che poi affrontava come una leonessa”, e la sua vicinanza affettuosa, fatta di telefonate settimanali che iniziavano sempre con “come va?”.
La sua voce rimane unica, e la sua memoria continuerà a librarsi tra musica, parole e ricordi: “Ornella ha volato tutta la sua vita. A volte bruciandosi le ali ma sempre rialzandosi e librandosi sempre più in alto”.