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Superbonus addio, sos dei sindacati che vedono 100mila posti di lavoro a rischio

Enzo Pelle di Filca-Cisl

Anche Fillea-Cgil insorge e minaccia una mobilitazione generale, Superbonus addio, sos dei sindacati che vedono oltre 100mila posti di lavoro a rischio

Superbonus addio e non senza conseguenze gravi per l’economia ed il lavoro in Italia, arriva l’ennesimo sos dei sindacati che vendono 100mila posti di lavoro a rischio. Dopo la Cgil anche il segretario generale Filca-Cisl Enzo Pelle spiega chiaramente che si sta avvicinando una catastrofe. Nelle ore che precedono il  vertice a Palazzo Chigi di domani pomeriggio la questione non cessa di sollevare polemiche. In particolare i sindacati del settore edile di Cgil, Cisl e Uil sono pronti allo sciopero generale. Cosa paventano le sigle?

Superbonus addio, sos dei sindacati 

Un blocco dei bonus edilizi che potrebbe mandare in fumo oltre 100 mila posti di lavoro e ci sarebbero previsioni più fosche che parlano di 150 mila. Dal canto loro le associazioni dei costruttori parlano di almeno 25 mila imprese a rischio fallimento. Insomma, la questione è seria  e Pelle l’ha spiegata bene: “Con le misure varate  sono in pericolo migliaia di imprese e oltre 100mila posti di lavoro. Le prime avvisaglie c’erano già state, molti lavoratori lamentavano il ritardo dello stipendio a causa minore liquidità delle imprese”. 

Pelle e Genovesi vedono gli stessi rischi

E ancora: “Ora con questa scelta del governo rischiamo di disperdere un patrimonio di professionalità che è fondamentale per il cambiamento del Paese e che è indispensabile per realizzare quanto previsto dallo stesso Pnrr“. Poi lo scenario: “Si rischia di avere una delle più grandi vertenze del lavoro del Paese. Per questo è bene che vengano convocati anche i sindacati del settore, perché c‘è bisogno di un confronto che tuteli un pezzo del lavoro strategico per il futuro dell’Italia”. Alessandro Genovesi, leader della Fillea-Cgil, gli ha fatto eco: “Al danno occupazionale si somma quello ambientale, colpendo per i redditi più bassi che sono la maggioranza di chi vive nelle case più vecchie, inquinanti ed energivore. Se il governo non torna sui suoi passi e non ci convoca, metteremo in campo tutte le azioni di mobilitazione, compreso lo sciopero della filiera”.