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Terzo Polo, Renzi prova a ricucire con Calenda

Matteo Renzi con Carlo Calenda

Nelle ultime ore le loro seconde linee se ne erano dette sui social di tutti i colori, Matteo Renzi prova a ricucire con Carlo Calenda

Ennesima puntata nella difficile gestazione del partito che dovrebbe succedere al Terzo Polo, Matteo Renzi prova a ricucire con Carlo Calenda e dopo lo “strappo” delle ultime ore il leader di Italia Viva e direttore editoriale de Il Riformista lancia segnali di distensione. Le polemiche in queste ore ci sono state ed anche forti ma Matteo Renzi ci tiene a smentire la frattura con Azione, perciò dice intervenendo al summit del partito: “È inspiegabile, non c’è alcun motivo politico per rompere il progetto del Terzo polo”.

Renzi prova a ricucire con Calenda

“Qualcuno dice che la rottura che viene paventata da Azione nasce per esigenze legate ai soldi, al Riformista, allo scioglimento dei partiti di origine. Si tratta di alibi e di finte motivazioni“. Poi il tema economico: “Sui soldi: dall’inizio dell’unione Italia viva-Azione abbiamo dato circa un milione e mezzo di euro, la maggior parte per promuovere il volto e il nome di Calenda, ci sono le fatture”. E la sua avventura nel giornalismo? “Sul Riformista voglio essere molto chiaro. Nella telefonata che ha preceduto la mia conferenza stampa Carlo era entusiasta e mi ha spiegato che bisognava fare il giornale del Terzo polo. Io gli ho spiegato di no, non aveva senso”.

“Non c’è alcun cambio di linea”

E in chiosa: “A tutti voi dico è folle mandare a monte adesso. Noi non manderemo a monte adesso il progetto di fare il partito unico”. Molti esponenti di Iv però sono polemici: Teresa Bellanova, Roberto Giachetti, Sandro Gozi, Ivan Scalfarotto, Lisa Noja. Renzi ha spiegato: “Non c’è nessun cambio di linea da pare nostra, anzi. Abbiamo accettato di tutto, il passo indietro mio, il partito unico, la polemica sui simboli alle regionali. Non so cosa altro poter accettare, abbiamo accettato persino che per il congresso valesse anche per il tesseramento unico che è complicato da gestire. Non possiamo accettare altro”.