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Tim potrebbe vendere parte della sua rete a KKR, Vivendi: "Decisione cda illegale"

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Le trattative tra Tim e KKR per la vendita di parte della sua rete andavano avanti da mesi, ma Vivendi ha sostenuto l'illegalità del voto del cda.

Lo scorso 5 novembre è avvenuta l’approvazione da parte del consiglio di amministrazione della Tim riguardo alla vendita di una parte della propria rete al fondo statunitene KKR, ovvero quella che si riferisce a NetCo e alla controllata FiberCop, di cui KKR ha in mano già il 37,5% delle quote. L’offerta, che è stata proposta in seguito a diversi mesi di trattative, vale 18,8 miliardi, ma non è esclusa un’eventuale crescita fino a 22 miliardi di euro a determinate condizioni.

Tim, vendita a KKR: offerta approvata

Il 16 ottobre scorso, KKR ha presentato un’offerta che ha ottenuto l’approvazione del consiglio di amministrazione di Tim con 11 voti a favore e 3 contrari. Questa operazione rappresenta un passo significativo per Tim, consentendo all’azienda di ridurre il proprio indebitamento di circa 14 miliardi di euro.

Tim, vendita a KKR: quando sarà conclusa l’operazione?

L’operazione, che prevede una conclusione entro l’estate del 2024, coinvolge anche la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), un istituto finanziario controllato dal ministero dell’Economia, detentore di circa il 10% delle azioni di Tim. La CDP parteciperà attivamente a Netco, la società oggetto dell’operazione, detenendo circa il 20% delle quote.

Tim, vendita a KKR: il punto della Vivendi

Tuttavia, secondo Vivendi, primo azionista di Tim, la decisione del cda è “illegale”, poiché, come affermato tramite alcune dichiarazioni riportate da Il Post: “la cessione dell’intera rete infrastrutturale di Telecom Italia comporta una evidente modifica dell’oggetto sociale di Tim che avrebbe necessitato una preventiva modifica dello statuto della società, decisione di competenza dell’assemblea straordinaria”.