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Torino, rapporti sessuali in cambio di crack: il racconto

Il racconto di donne che si prostituivano in cambio di crack

Madri e studentesse si prostituivano a Torino in cambio di crack. Condannata una 53enne transessuale.

Madri e studentesse si prostituivano a Torino in cambio di crack. Una 53enne transessuale è stata condannata a due anni e otto mesi di reclusione.

Torino, sesso in cambio di crack: il racconto di alcune madri

Una studentessa di psicologia ha denunciato quello che è accaduto ai carabinieri di Settimo Torinese nell’aprile del 2021. “Mi sono prostituita” ha dichiarato, spiegando che tutto è iniziato un giorno a casa di una sua amica transessuale, dove ha deciso di avere rapporti sessuali in cambio di crack. Da quel momento è iniziato un vero incubo, come emerso dalle indagini che hanno portato alla scoperta di un giro di prostituzione gestito da una 53enne transessuale, Monique, che grazie alle crisi di astinenza sfruttava le donne, tra cui madri e studentesse. Le donne tossicodipendenti si prostituivano per avere in cambio qualche dose di droga. I clienti arrivavano nell’appartamento di via Urbino, a Torino, e pagavano direttamente la transessuale, che gestiva i guadagni.

L’indagine dei carabinieri è partita dopo la denuncia di questa studentessa, come riportato dal Corriere della Sera. Gli agenti hanno posizionato telecamere per osservare quello che accadeva in quell’appartamento. I clienti entravano e uscivano continuamente, a qualsiasi ora, anche nel periodo delle restrizioni Covid. La casa era anche frequentata da spacciatori che portavano la droga. Le quantità di crack variavano in base alle prestazioni, ma spesso le donne si vendevano anche per 10 euro.

Torino, sesso in cambio di crack: 53enne transessuale gestiva clienti e soldi

I pagamenti dei clienti generalmente andavano dai 30 ai 50 euro a seconda delle richieste. Ma noi non vedevamo i soldi, ricevevamo soltanto la droga. Pubblicavo annunci su un sito di incontri e aspettavo i clienti in via Urbino. Mi è capitato di restare chiusa in quell’appartamento anche per quattro giorni, non mi era permesso neanche lavarmi tra un appuntamento e quello successivo. Per andare via dovevo scappare di nascosto” ha raccontato una ragazza. La situazione era gestita dalla transessuale, che faceva leva sulle ragazze tossicodipendenti, che esaudivano tutti i desideri dei clienti perché erano in crisi d’astinenza e avrebbero fatto qualsiasi cosa per una dose di droga. La 53enne è stata condannata a due anni e otto mesi di reclusione e tremila euro di multa per sfruttamento della prostituzione.