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Ucraina, Bonomi: "La guerra mette a rischio la ripresa del nostro paese"

Bonomi Confindustria sciopero

Secondo Bonomi la guerra in Ucraina rallenta la ripresa dell'economia italiana e accentua il problema energetico già oggetto di rincari nel 2021.

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha affermato che la guerra in Ucraina mette a rischio la ripresa del nostro paese, “che stava già rallentando“, e accentua il problema energetico dove si erano già manifestati rincari molto importanti, fino al +400%, nel 2021.

Carlo Bonomi sulla guerra in Ucraina

Intervenuto durante la trasmissione Mezz’ora in più in onda su Rai Tre, il leader degli industriali ha dunque manifestato l’esigenza il Piano nazionale di ripresa e resilienza venga riscritto: “Bisogna essere realisti, allungare i tempi e spostare gli obiettivi della transizione ecologica“. Quest’ultima, ha evidenziato, può infatti essere realizzata solo se accompagnata con investimenti molto forti che oggi non ci sono.

Quanto alla questione energetica, ha evidenziato che occorre importare gas da altre nazioni, fare nuovi accordi come quello con l’Algeria, incentivare le rinnovabili e soprattutto sbloccare la burocrazia: “Non è possibile metterci dieci anni per un impianto“. E ancora: “Abbiamo bisogno di una strategia di indipendenza che è fondamentale per noi e per l’Unione europea e di un cambio degli investimenti del PNRR nell’energia, nella difesa e nella ricerca“.

Bonomi sulle sanzioni alla Russia

Quanto infine alle sanzioni che l’Occidente ha imposto alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, ha affermato la necessità che tutti giochino la stessa partita, altrimenti ci saranno problemi. Stando a quanto dichiarato da lui stesso, l’Italia ha messo in atto 490 interventi, la Svizzera 371, il Canada 417, l’Australia 403 e l’Inghilterra 16 (“credo che tutti sappiamo che il Regno Unito sia residenza di molti oligarchi russi“). Di fronte a questi numeri, ha ribadito che “se non si gioca tutti uniti sarà difficile giustificare alle nostre imprese che in Russia investono 11 miliardi di euro che devono accettare questo pacchetto di sanzioni quando qualcun altro non gioca la stessa partita“.