> > Van Basten: "Il Milan cinese non mi piace, deve essere italiano"

Van Basten: "Il Milan cinese non mi piace, deve essere italiano"

Van Basten: "Il Milan cinese non mi piace, deve essere italiano"

Marco Van Basten, ora addetto all’innovazione tecnologica della FIFA, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport parla del Milan, dell’Italia e delle “sue” riforme per il calcio. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport Marco Van Basten, che ora ricopre il ruolo di addetto ...

Marco Van Basten, ora addetto all’innovazione tecnologica della FIFA, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport parla del Milan, dell’Italia e delle “sue” riforme per il calcio.

In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport Marco Van Basten, che ora ricopre il ruolo di addetto all’innovazione tecnologica presso la FIFA, dice la sua, senza peli sulla lingua, a proposito di svariati argomenti.

MILAN – Ha, ovviamente, parlato di Milan, ricordando quanto fossero diversi gli anni in cui lui scendeva in campo, perché allora San Siro era sempre pieno, sia che si giocasse con il Napoli che con l’Empoli, a differenza di quanto accade ora, e perché il Milan degli anni ’90 era una squadra vincente, con una dimensione distante anni luce da quella odierna. Una situazione, quella attuale, figlia sì della mancanza di campioni in rosa, ma anche di strutture adeguate.

Rivangando il passato, poi, l’ex fuoriclasse ha anche fatto un confronto tra i suoi due grandi allenatori, Sacchi e Capello, affermando di aver preferito quest’ultimo perché lasciava i calciatori più liberi di esprimere la propria inventiva, mentre Sacchi faceva ripetere ogni situazione di gioco in maniera ossessiva.

Volgendo, invece, lo sguardo al presente e al futuro, Van Basten si è detto contrario alle presidenze cinesi per Inter e Milan: “Non posso pensare ai cinesi padroni di Inter e Milan, due società così gloriose devono restare agli italiani. Non è solo una questione di fascino e storia, di Moratti o Berlusconi. C’è anche la passione: non ha prezzo. No, il Milan ai cinesi proprio non mi va giù”.

ITALIA – C’è stato modo di fare anche una panoramica sulla situazione del calcio italiano in generale: la Serie A sta pagando gli errori fatti in passato, quando era la lega più importante al mondo e non si è pensato a quello che sarebbe potuto succedere l’indomani ma si è guardato solamente (e ancora succede) a ciò che stava accadendo sul momento.

FIFA – In qualità di dirigente FIFA sono state doverose anche alcune considerazioni di tipo più “tecnico”; come l’idea di ridurre il numero di partite per permettere ai giocatori di essere più a posto fisicamente e di avere, di conseguenza, più spettacolo in campo, oppure il sì alla moviola in campo, la suggestione di abolire il fuorigioco o la possibilità di ammonire chi protesta con l’arbitro, lasciando solo al capitano la libertà di rivolgersi al direttore di gara.