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Variante Omicron Galli: "Sono negativo ma non sto ancora bene, non è stata una passeggiata"

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Galli ha commentato la diffusione della variante Omicron e fornito aggiornamenti sulle sue condizioni di salute dopo il contagio. 

Il virologo Massimo Galli si è espresso sulla situazione epidemiologica italiana commentando gli ultimi dati relativi ai contagi, non senza fare riferimento alla sua personale esperienza da positivo.

Galli sulla variante Omicron: “Non sto ancora bene”

Intervistato da iNews24, l’esperto ha ammesso di essere negativo al tampone già da qualche giorno ma di essere ancora un po’ debole. Di fronte a coloro che stanno parlando della variante Omicron come di “una relativa passeggiata” per i vaccinati con tre dosi come lui, ha dunque risposto che “per me non è stato così, non sono stato bene affatto e ancora non sto benissimo“.

Il suo caso, ha aggiunto, è inoltre la dimostrazione del fatto che l’efficacia protettiva nei confronti dell’infezione è limitata anche con il booster. Per questo è convinto del fatto che serva un aggiornamento del vaccino e che andrebbe messo a regime un sistema di produzione che corrisponda a tutti i ceppi circolanti. Un problema non facile, perché oltre ad aggiornare il siero bisogna produrne la quantità necessaria e distribuirlo, cosa che necessita di non poco tempo.

Galli sulla variante Omicron: “Contagi reali più alti di quelli ufficiali”

Quanto all’ipotetica fine della quarta ondata, Galli ha affermato che in questi giorni si sta iniziando ad osservare una flessione della curva ma ha aggiunto che “è da vedere se derivi dal fatto che c’è una diversa politica di tamponi adottata dalla gente stessa“. Durante le feste sono infatti stati milioni gli italiani che si sono testati prima delle riunioni in famiglia mentre ora questa tendenza sta diminuendo. “Molti stimano, e credo che non sbaglino, che gli infetti reali siano molti di più di quelli registrati”, ha precisato.

Si è infine espresso sui possibili cambiamenti da adottare nel bollettino dei contagi dicendosi non completamente d’accordo con la distinzione tra i pazienti ricoverati per Covid e quelli ospedalizzati per altro ma positivi. Questo perché “per gli ospedali, in termini di gestione ed utilizzo dei posti letto, cambia poco: è comunque un sovraccarico da Covid“.

Se il motivo è che si teme il passaggio a zona arancione o rossa, secondo lui bisognerebbe considerare se l’attuale condizione epidemiologica giustifica o no le fasce a colore.