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Variante Omicron, per quanto tempo si rimane positivi e contagiosi?

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Diversi studi stanno cercando di rispondere a tutte le domande riguardanti la variante Omicron del Covid, come il tempo in cui si rimane positivi.

Diversi studi stanno cercando di rispondere a tutte le domande riguardanti la variante Omicron del Covid, come il tempo in cui si rimane positivi o contagiosi.

Variante Omicron, per quanto tempo si rimane positivi e contagiosi?

Per quanto riguarda la durata della positività non c’è una risposta certa. Gli studi hanno mostrato che il decorso non è uguale per tutti. Alcuni rimangono positivi per meno di una settimana, altri per un mese. Ci sono diversi fattori che influiscono. La durata della positività è proporzionale alla gravità della malattia, mentre persone asintomatiche o con pochi sintomi tendono a negativizzarsi prima. Per quanto riguarda la capacità di infettare, ci sono studi che svelano che si è più contagiosi nei giorni in cui si manifestano i sintomi. Secondo una ricerca pubblicata su Clinical Infectious Diseases, riferita al Coronavirus in generale, è emerso che l’infettività diminuisce con il passare dei giorni fino ad arrivare a zero dopo circa 10 giorni in persone con sintomi lievi. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto nazionale per lo studio delle malattie infettive del Giappone la fase “massima” della diffusione virale di Omicron potrebbe avvenire più tardi rispetto ad altre varianti. Il picco di trasmissibilità è stato osservato dopo 3-6 giorni dalla comparsa dei sintomi.

Variante Omicron: è più contagiosa di Delta

Secondo uno studio condotto dalla Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston sui tamponi molecolari eseguiti dall’Associazione nazionale di basket degli Usa, è emerso che Omicron è più trasmissibile di Delta, nonostante la carica virale inferiore. L’elevata trasmissibilità della nuova variante sarebbe legata alla capacità del virus di eludere le difese immunitarie. A 5 giorni dal primo tampone il 50% dei positivi potrebbe ancora essere contagioso. Diversi esperti sono d’accordo sul fatto che Omicron, nonostante sia più contagiosa di Delta, porti a forme meno gravi. Lo ha confermato lo studio dell’University of California di Berkeley, che ha svelato che il rischio di ricovero sarebbe minore del 53%, del 74% per quanto riguarda la terapia intensiva e del 91% per i decessi. Anche nei bambini sotto i 5 anni Omicron sembra causare raramente forme aggressive, come confermato da uno studio della Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland.

Variante Omicron: i sintomi

I sintomi più frequenti del Coronavirus sono la tosse, i dolori muscolari e articolari e la febbre. La perdita di gusto e olfatto con Omicron è molto rara. Altri sintomi sono polmonite, problemi respiratori, perdita di concentrazione e vertigini. Sintomi tipici di Omicron sono mal di testa, mal di schiena, naso che cola, congestione, mal di gola, starnuti, sudorazione notturna, dolori muscolari e stanchezza. Secondo diverse ricerche sembra non attaccare le basse vie respiratorie. Uno studio dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam ha dimostrato che Omicron ha una grande capacità di infettare le alte vie aeree, ma perde efficienza quando raggiunge gli alveoli polmonari. La proteina Spike di Omicron ha 37 mutazioni inedite. L’analisi strutturale indica che molte mutazioni danno origine a nuovi legami ionici e idrogeno tra Spike e recettore Ace-2, che aumentano l’affinità del virus per le cellule umane. Altri esperimenti hanno dimostrato che Omicron ha una capacità di eludere gli anticorpi maggiori rispetto alle altre varianti, ma nonostante questo uno studio pubblicato su The Lancet ha confermato che la terza dose di vaccino anti-Covid aumenta gli anticorpi che neutralizzano Omicron.