L’inchiesta nei confronti di alcuni agenti si era conclusa a giugno con 5 arresti. Altri 12 poliziotti sono invece stati sospesi per non aver denunciato le torture compiute dai colleghi.
I reati contestati
Le ipotesi dell’accusa si basano sulle intercettazioni telefoniche e sui filmati delle telecamere di sicurezza posizionate all’interno della stanza dove si trovavano i 20 agenti indagati.
Tra i reati contestati troviamo offese, percosse, calci e spintoni, provocazioni ma soprattutto disinteresse per le condizioni fisiche dei cittadini, per lo più extracomunitari, fermati e condotti in Questura per l’identificazione.
Troviamo inoltre l’utilizzo dello spray urticante.
Infine vengono contestate la violenza privata, l’abuso d’ufficio, lesioni, falso in atto pubblico e peculato.
Le misure cautelari
Per 5 degli agenti, ritenuti responsabili anche del reato di tortura, è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari (poi revocata per 3 di loro). 12 sono stati sospesi e a 4 è stato contestato l’articolo 608 (che non prevede nessuna misura) perché secondo le parole dell’accusa: “Abusando del loro ruolo, alzando le mani e picchiando un fermato oppure perché pur potendo soccorrere un giovane che, in preda alle convulsioni, non riusciva a respirare, non intervennero e non chiamarono i soccorsi”.
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