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Nasce la prima scuola nazionale Ail per formare i volontari

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Roma, 6 ott. (askanews) - Nasce la prima scuola nazionale per la formazione dei volontari Ail, l'Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma. Il progetto è stato presentato a Roma, dal presidente Ail, Sergio Amadori e dal responsabile Scuola di Formazione Ail, Giuseppe Toro, in un in...

Roma, 6 ott. (askanews) – Nasce la prima scuola nazionale per la formazione dei volontari Ail, l’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma. Il progetto è stato presentato a Roma, dal presidente Ail, Sergio Amadori e dal responsabile Scuola di Formazione Ail, Giuseppe Toro, in un incontro al quale hanno partecipato tra gli altri il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Stanislao Di Piazza e il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, Stefano Zamagni.

L’obiettivo della scuola Ail è quello di accrescere la cultura del dono solidale e potenziare le fila dei suoi volontari del terzo millennio sempre più responsabili, consapevoli, competenti, capaci di affrontare e risolvere le più diverse situazioni.

La Scuola nasce dopo un lungo lavoro, grazie all’esperienza maturata dai volontari più esperti e dalle competenze delle psicologhe Ail e deve diventare un punto di riferimento per quanti desiderano avvicinarsi all’organizzazione.

Il presidente Amadori disegna il profilo del volontario Ail.

“Vorremo che il volontario fosse preparato a supportare anche il peso psicologico nei rapporti con il paziente e i familiari e che sia in grado di poter esprimere al meglio la sua vocazione animato da uno spirito particolare che noi chiamiamo lo spirito di fraternità, che significa che io vedo nel paziente, nel familiare del paziente un soggetto in sofferenza e mi voglio rapportare a lui con spirito fraterno per aiutarlo a sopportare il peso della malattia, il peso del programma di trattamento, tutto quello che può succedere in un soggetto che si imbatte in una malattia del genere”.

Ancora Amadori: “Negli ultimi tempi, il volontario anche quello dell’Ail, era considerato una specie di ruota di scorta che interveniva solo in situazione di emergenza ma che non era indispensabile. In realtà per noi è assolutamente il motore della nostra organizzazione e l’esperienza della pandemia Covid 19 ha dimostrato che senza volontari noi saremmo andati veramente in gravissima crisi sanitaria, economica e sociale”.

La Scuola di Formazione, da Bolzano a Ragusa, punta ad insegnare i principi e i valori fondamentali del volontariato per realizzare in maniera efficace la mission dell’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma.

Giuseppe Toro, responsabile Scuola di Formazione Ail: “La figura del volontario oggi si affianca a pieno diritto a quella del medico e a quella dello psicologo. E’ la persona che prende in carica il malato, lo accompagna in tutto l’iter della malattia perché questo tipo di patologia è molto lunga. Il volontario è quello che riesce a stare vicino al malato, riesce a capire meglio la vicenda interna del malato e ad aiutarlo a superare questa fase drammatica della sua vita”.

Il presidente Amadori lancia un appello agli italiani ad avvicinarsi in qualità di volontari all’Associazione: “Mi rivolgo soprattutto ai giovani, mi riferisco ai giovani liceali, agli universitari, e cioè di considerare questa possibilità “.