> > Volodymyr Kowalski, l'eroe ucraino che ha perso le gambe nel 2016 ed è morto...

Volodymyr Kowalski, l'eroe ucraino che ha perso le gambe nel 2016 ed è morto per difendere la patria

Volodymyr Kowalski

È caduto questa mattina per difendere la patria. Volodymyr Kowalski è l'eroe ucraino che era già noto per aver perso le gambe nel Donbass.

Volodymyr Kowalski è morto a soli 40 anni per opporsi all’avanzata dell’esercito russo verso la città di Kiev. Kowalski nel 2016 aveva perso le gambe nel Donbass a causa di una mina.

Volodymyr Kowalski, l’eroe ucraino morto oggi in battaglia

Si era arruolato come riservista nell’esercito ucraino nel 2015 e dopo un anno, Volodymyr Kowalski, ha perso entrambe le gambe a Lugansk mentre faceva un giro di ricognizione. Il sergente-meccanico non si è mai arreso e, nonostante il grave handicap, ha continuato a vivere una vita normale grazie a delle protesi che gli sono arrivate dall’America. Kowalski ha fatto dello sport la sua ragione di vita diventando un campione di Crossfit.

Il ritorno alle armi del sergente Kowalsky

Purtroppo però non ha trovato mai pace il sergente Kowalsky che, dal 24 febbraio 2022, ha deciso di indossare nuovamente quella divisa militare che ha cambiato la sua vita nel 2016. Non era necessaria la chiamata alle armi dei riservisti, Kowalsky sarebbe andato comunque a combattere per difendere la sua patria. Il sergente è deceduto nella battaglia che si è tenuta stamattina, 28 febbraio 2022, a Bucha, per impedire ai russi di entrare a Kiev. Da oggi il popolo ucraino ha un nuovo eroe e il suo nome è Volodymyr Kowalski, caduto per difendere il suo Paese.

Il ricordo della moglie

La moglie Vira Tymoshenko lo ricorda con queste parole: “Il mio amato Volodymyr Kowalski è morto da eroe, difendendo la nostra città natale di Bucha nella battaglia mattutina, impedendo agli orchi di raggiungere Kiev. Era un ufficiale di riserva e non ha voluto rimanere a guardare l’orrore dell’invasione nella nostra Ucraina: dopo aver ricevuto un’arma, è andato a difendere le strade pacifiche della nostra città di Bucha, ma non tornerà a casa. E’ stato e sarà sempre un esempio di coraggio e onore non solo per me e nostro figlio di 6 anni, ma per tutti noi. Perdonami per non averti salvato: ci vendicheremo per te e per ogni morto“.