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Yara, attesa sentenza della corte d'assise contro Bossetti: "Non sono l'assassino"

Yara

E' attesa per la giornata di oggi la sentenza da parte della Corte d'Assise per quanto riguarda l'omicidio di Yara Gambirasio

“Il mio primo pensiero va a Yara, unica vera vittima di questa tragedia. Una bambina che amava la vita e che potrebbe essere mia figlia, la figlia di tutti noi. Neppure un animale avrebbe usato tanta crudeltà”. Lo ha detto Massimo Bossetti, unico imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio, in un passaggio delle dichiarazioni spontanee rese davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Brescia, ribadendo che “quel Dna non è mio, non sono io l’assassino”.

Omicidio Yara, attesa per oggi la sentenza della Corte d’assise

Previsto per oggi a Brescia il verdetto della Corte d’assise d’appello per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio, con Massimo Bossetti, l’unico principale indagato fino a questo momento, che rischia la pena dell’ergastolo.

Ma il muratore bergamasco, prima che avvenga il ritiro da parte dei giudici in camera di consiglio, prenderà la parola e cercherà per l’ennesima volta di ribadire la sua innocenza. La speranza, come dichiarato dai legali di Bossetti, è che “qualcuno finalmente gli dia retta”.

Dopo che Bossetti avrà parlato, partirà quindi l’attesa per avere una sentenza. O comunque un’ordinanza, nel caso in cui i giudici, presieduti da Enrico Fiaschetti, dovessero decidere di accettare la richiesta da parte del muratore di Mapello per una ripetizione dell’esame del Dna trovato sul corpo della bambina. Secondo gli accertamenti scientifici, questo Dna trovato sulla ragazzina uccisa è di Massimo Bossetti.

La Corte d’assise d’appello potrebbe però confermare l’ergastolo per Bossetti che era stata inflitta in primo grado. Ma potrebbe anche uscire con un aggravamento della pena, con l’aggiunta di sei mesi di isolamento. In tal caso verrebbe accolta la richiesta del sostituto pg Marco Martani, secondo il quale il muratore dovrebbe subire anche questa pena anche a causa delle calunnie rivolte contro un suo collega di lavoro verso il quale avrebbe tentato di indirizzare le indagini.

La lettera di Massimo Bossetti

Dunque oggi è arrivato il fatidico giorno. La Corte d’appello si esprimerà sulla sorte di Massimo Bossetti, che rischia l’ergastolo per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio.

Lo stesso muratore di Mapello ha però voluto scrivere una lettera, in cui si professa ancora una volta innocente, spedita al quotidiano “Il Giorno”. In queste righe si può leggere quanto segue: “Da tre anni invoco la mia innocenza, da tre anni chiedo anche tramite i miei avvocati l’unica cosa che può consentire di difendermi, la perizia in contraddittorio sul Dna. Posso marcire in carcere per un delitto atroce che non ho commesso senza che mi sia concessa almeno questa possibilità?

Confido che finalmente sia fatta Giustizia e io possa tornare a riabbracciare i miei cari da uomo libero e innocente quale sono, anche se ho una vita stravolta e comunque segnata per sempre. Lo spero io, lo devono sperare i Giudici, sono convinto che lo speri Yara da Lassù, almeno fino a quando il suo vero assassino che è ancora libero e sta ridendo di me e della Giustizia, sconterà la giusta pena”.