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Da Emis Killa a Rovazzi: i "diversamente alti" della musica

Da Emis Killa a Rovazzi: i "diversamente alti" della musica

Emis Killa e Fabio Rovazzi sono due giovani promesse nel panorama musicale italiano. Però i loro testi e temi non sembrano essere "all’altezza" del compito. Emis Killa è rapper di professione, Fabio Rovazzi invece è approdato alla musica per caso e solo dopo essere diventato famoso grazie al ...

Emis Killa e Fabio Rovazzi sono due giovani promesse nel panorama musicale italiano. Però i loro testi e temi non sembrano essere “all’altezza” del compito.

Emis Killa è rapper di professione, Fabio Rovazzi invece è approdato alla musica per caso e solo dopo essere diventato famoso grazie al web. Il primo si avvicina al rap già a 14 anni mentre il secondo solo dopo un incontro con Fedez.

Emis Killa, 27 anni e di origine milanese, è uno degli artisti di maggior successo in Italia. Nel 2007 vince il concorso di culto per gli appassionati del settore: Tecniche perfette, che diviene il suo trampolino di lancio.
Nel 2009 pubblicherà il suo primo lavoro, Keta Music. Da qui si apre la strada per il successo ma i temi trattati dai testi del rapper non sono così impegnati come ci si aspetterebbe.

Oltre a droga, alcol e malavita, le canzoni di Emis killa dicono poco altro. Insistono sulla notorietà e sulla fama del rapper ma il più delle volte non c’è denuncia sociale, come ci si aspetterebbe da generi come il rap o l’hip-hop.

Fabio Rovazzi, aria da nerd e viso pulito, attira l’attenzione sul web grazie ai suoi video comici. Le scenette comiche di cui è protagonista lo hanno reso famoso e hanno attirato anche l’attenzione di Fedez ed è proprio Fedez che, dopo averlo invitato a casa sua, gli aveva proposto una collaborazione. Ecco come è nato il successo del brano Andiamo a comandare, scritto anche insieme a J-Ax.

La canzone, più che avere un carattere serio, è una provocazione, una sfida nei confronti dei rapper che si descrivono come bad boys. L’ennesimo divertissement di Rovazzi.
Dunque assenza totale di tematiche impegnate, ma qui per una precisa scelta ideologica.

Rovazzi ha cercato un altro mezzo per divertirsi e divertire, senza dare un valore aggiunto a una delle forme d’arti più popolare della nostra epoca: la musica.