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Foggia, paga sindacalista per un posto, ma per il gip non è reato

Foggia, paga sindacalista per un posto, ma per il gip non è reato

Il vescovo di Melfi lancia l'allarme: "Alcuni posti di lavoro pagati 5.000 euro a certi sindacalisti per far assumere le persone nell'indotto dell'auto"

Il sindacalista chiede 5000 euro per un’assunzione, ma secondo il Gip di Foggia il fatto è “penalmente irrilevante”.

Tutto ha inizio quando i genitori del 24enne M.M, originari di un piccolo paese in provincia di Foggia, durante una grigliata tra amici conoscono un dipendente della Fca di Melfi che racconta di 1 000 prossime assunzioni nell’azienda per la quale lavora e di un sindacato di Foggia che avrebbe potuto contribuire a favorire il figlio della coppia nell’accesso al posto di lavoro in azienda.

Alla Fca di Melfi i genitori del giovane incontrano il sindacalista V. M., delegato del Fismic che – secondo quanto riferito dalla madre del ventiquattrenne – dichiarò che in cambio di 4 000 euro avrebbe fatto in modo che il figlio della coppia fosse assunto in Fca. “Ci disse che se avessimo voluto far lavorare nostro figlio in Fca, avremmo dovuto pagargli 4.000 euro: 2.000 al momento dell’assunzione come lavoratore interinale e altri 2.000 al momento della firma del contratto a tempo indeterminato”.

Come da accordi, il ragazzo viene assunto dall’agenzia Manpower ed entra in Fca come lavoratore interinale per poi passare dopo alcuni mesi al contratto a tempo indeterminato. I genitori allora si affrettano a saldare i ‘debiti’ con il sindacalista, dopo aver sborsato altri 800 euro nel periodo di lavoro interinale del figlio.

Ma dopo meno di un mese, il ventiquattrenne M.M. viene licenziato dall’azienda e questo fa insospettire i genitori che in tutto sono arrivati a versare quasi 5 000 euro in cambio di un posto fisso del figlio. La madre del ragazzo si rivolge allora ad un avvocato per denunciare il sindacalista e il mediatore, ‘venditori di assunzioni’.

Il pm e poi il Gip di Foggia negano però il reato perché “la somma era destinata a remunerare gli indagati per l’intermediazione effettivamente svolta”. Tutto quindi viene archiviato perché i 5000 euro sborsati dai genitori del giovane vengono ritenuti un obolo completamente compatibile con l’attività di intermediazione svolta dai due indagati.

Recentemente però il vescovo di Melfi è tornato sul caso lanciando l’allarme “sui posti di lavoro pagati 5.000 euro a certi sindacalisti per far assumere le persone nell’indotto dell’auto”.

Il sindacato della Fismic ribatte così al vescovo: “Monsignor Todisco – si legge in una nota – avrebbe dichiarato di essere venuto a conoscenza che qualcuno avrebbe chiesto ingenti somme di denaro in cambio di un posto di lavoro nel polo automobilistico di Melfi. Non si può sparare nel mucchio. La Fismic pretende che si facciano i nomi e non più allusioni che ledono il lavoro onorevole che tanti sindacalisti svolgono ogni giorno a favore del lavoro e dei lavoratori. Condanniamo i fatti denunciati – scrive il Fismic – e, se appurati, ci costituiremo parte civile”.